Il tour di Bali è nella mia lista dei desideri di viaggi da molto tempo.
Ho letto molte cose su Bali, nel corso degli anni.
Ogni volta che parlavo con gli amici e le amiche mi sentivo rispondere: come, tour di Bali, Bali è un’isola, si va per il mare! E così ogni volta il viaggio tornava sul suo scaffale, nella lista dei desideri.
Oggi finalmente sono qui: sono appena arrivata a Ubud, al centro dell’isola.
Bali, l’isola che volta le spalle al mare.
Nella mia mente questa frase risuona come un mantra o un ritornello. Anni fa una rivista di viaggio titolo’ in questo modo un reportage,e ora voglio proprio vedere se è vero. La frase si basa sull’assunto che per i Balinesi il mare alberga spiriti maligni, e dunque bisogna fare molta attenzione. A conferma di cio’ i villaggi piu’ antichi ed interessanti si trovano distanti dal mare, alle pendici dei monti, che sono invece la casa degli dei. Le risaie a terrazza che disegnano paesaggi di sogno hanno certamente richiesto un lavoro intenso ed appassionato da parte di molte generazioni; modellare la natura in modo così preciso, quasi certosino, è creare un opera d’arte.
La prima tappa del tour di Bali è una passeggiata nel centro di Ubud.
La stanchezza del lungo volo si fa sentire, ma il profumo del tardo pomeriggio tropicale invita ad uscire comunque. Ubud è un villaggio nell’interno dell’isola, e ne è considerato il cuore culturale. Molti artigiani e artisti di Bali, espongono qui i loro manufatti, ma ogni villaggio ha una specializzazione. Rimango incantata dalle sculture nel legno: da un solo pezzo l’artista ha scolpito una palma, una catenella, e una scimmietta che si mangia un cocco!
I dipinti naif sono un altra testimonianza della cultura balinese. Gli artisti un tempo raffiguravano soggetti sacri o cerimonie tradizionali, oggi hanno aggiunto nuovi soggetti, la splendida natura tropicale, i villaggi, i templi a piramide. Nel tempo sono cambiati anche i colori, ai tradizionali toni sfumati del grigio, azzurro e sabbia hanno aggiunto colori accesi e solari. Non vanno confusi con i batik perchè la tecnica di realizzazione è completamente diversa. A Ubud vi sono numerose gallerie d’arte, ma molti negozietti di artigianato espongono dipinti altrettanto belli di nuovi artisti emergenti.
A cena al Cafè Lotus il primo incontro con la cucina indonesiana: un trionfo di colori e sapori, spezie ed erbe aromatiche. I cibi sono presentati come piccole opere d’arte, il riso è un cono rovesciato giallo brillante, avvolto da una verdissima foglia di banano, la ciotola della salsina piccante è fatta con foglie fresche abilmente lavorate. Il resto non ve lo racconto.
A fine cena usciamo e incontriamo due ragazzine, hanno in mano delle striscioline di erba secca, di un tenue giallo, abilmente e velocemente le intrecciano, ecco comparire una tartaruga ed un grillo!
Mentre le guardiamo ammirate ci raccontano la storia dell’orchestra di gamelan.
L’orchestra di gamelan è un insieme di strumenti tradizionali antichi, almeno 25 i suonatori. Protagoniste le percussioni. Suonare è come un rituale, e l’orchestra è presente in quasi tutte le occasioni formali o religiose. Ogni villaggio ha la sua orchestra, ed i suonatori non sono professionisti. Tradizionalmente le orchestre di gamelan di Bali erano formate da soli uomini. Negli anni 60 ci fu il rischio che questa arte tradizionale andasse persa, il governo prese delle iniziative volte a mantenere viva l’arte, e nel villaggio di Peliatan venne aperta una scuola. Nel 1986 venne aperta la Mekar Sari, una scuola orchestra di gamelan per sole donne.
Domani sera ci tocca…per le orecchie occidentali all’inizio è difficile seguire queste musiche ipnotiche, che accompagnano danzatori dai movimenti inusuali e quasi robotici, ma vogliamo assistere alla rappresentazione dell’orchestra femminile.
Ma domani è un altro giorno e un’altra storia, comincia così:
Al mattino sulle spiagge di Bali spesso si trovano i resti delle offerte votive…….