Artista oggi 36enne arrivato al successo forse troppo giovane a soli 20 anni, Bryan White (qui a sinistra durante il CMA Music Festival del 2007 / Foto: Theresa Montgomery/CMA) sarà in Europa per un piccolo tour di tre sole date nella seconda metà di settembre per promuovere l’uscita del suo ultimo disco, “Dustbowl Dreams”, pubblicato per la Just A Pup nel 2009 dopo una decina d’anni di silenzio discografico (tolto un album natalizio autoprodotto pubblicato nel 2006) dovuto ad una grave forma depressiva superata anche grazie al matrimonio con la fidanzata, la modella e attrice Erica Page, dalla quale ha avuto due figli.
Gli inizi comunque furono scintillanti. Messo sotto contratto dalla Asylum nel 1994, l’esordio con “Bryan White” ed il successivo “Between Now And Forever” (1996) furono in poco tempo certificati album di platino mentre il terzo album “The Right Place” (1997) fu certificato album d’oro. White firma anche brani che altri portano poi al successo, come “Imagine That” dei Diamond Rio o “You’re Gone” di Lila McCann; scrive per Wynonna, Joe Diffie e LeAnn Rimes mentre sono svariate le sue partecipazioni a produzioni di colleghi famosi come quella del 1997 con Shania Twain in “From This Moment On” che lo porta anche alla ribalta delle classifiche pop grazie all’enorme successo della riedizione di “Come On Over” (il disco della Twain che lo contiene). Arriva anche ad essere nominato dalla rivista People come uno tra le cinquanta persone più belle del mondo.
Contrariamente però al titolo del suo quarto e ultimo album per la Asylum, “How Lucky I Am” (come sono fortunato), la fortuna nel 1999 gli gira le spalle: di lì a breve la Asylum chiude i battenti della sua filiale di Nashville lasciandolo per strada e il disco non lancia nessuno dei suoi quattro singoli in classifica oltre il 38esimo posto.
«La mia identità era stata forgiata dall’industria discografica» dirà White, che comincia a dubitare di se stesso e delle sue capacità e a realizzare che carriera e successo avevano iniziato a dettare la legge su come l’uomo e l’artista dovevano essere. La depressione lo porta lontano dalla grande ribalta per quasi dieci anni, durante i quali gli unici suoi lavori ad uscire sono una riedizione dei suoi più grandi successi operata dalla Warner nel 2000 e un secondo album natalizio, “My Christmas Project”, pubblicato su etichetta indipendente (il primo glielo aveva pubblicato la Asylum nel 1999). «Dopo aver speso dieci anni a costruire la mia carriera passando la maggior parte del tempo sulla strada ero spento, sia mentalmente che fisicamente. Sapevo di aver bisogno di allontanarmi e prendere del tempo per respirare e fare alcune delle altre cose che avevo sempre sognato di fare (…) [Durante questa pausa di riflessione] Ho trovato la mia vera identità, non solo come artista e autore di canzoni, ma come essere umano. Ora mi rendo conto che la vita è un regalo meraviglioso e che va vissuta avendo uno scopo. La musica è un dono e un veicolo fantastico ma anche quello che succede al di là della musica per me è importante: che tipo di eredità lascerò come padre, come marito e come amico?»
Ad ogni modo il passato di Bryan White è qualcosa di cui andare orgogliosi: oltre ai riconoscimenti già citati ricordo i diciassette singoli piazzati nella classifica di Billboard (tra le mie preferite ricordo “That’s Another Song”, “Look At Me Now”, “I’m Not Supposed To Love You Anymore”), sei numeri uno (tra cui “Someone Else’s Star” e “Rebecca Lynn”), un Grammy, un “Horizon Award” della CMA e un premio come“Miglior Vocalista Maschile” da parte della ACM. Un carniere di tutto rispetto, per questo nativo dell’Oklahoma che decise di intraprendere la carriera di cantante all’età di 14 anni dopo aver visto esibirsi colui che considera il suo mentore, Steve Wariner. E che sicuramente, pur non dimenticando i suoi trascorsi gloriosi, ha ancora molto da dire.
Per quanto riguarda le tre date del tour europeo, la prima e la seconda saranno in Svizzera, dove il 23 settembre Bryan White suonerà presso la sala concerti dell’hotel Calvy di Ginevra mentre il 24 settembre sarà al BlueBar Dartarena di Gisikon Root (una decina di chilometri da Lucerna); domenica 25 settembre Bryan chiuderà il suo minitour europeo presso la music hall del Salzhof di Freistadt, una piccola cittadina ad una cinquantina di chilometri da Linz, in Austria.
(Nell’ultima foto qui in basso: Bryan White e la moglie Erika Page White agli ACM Awards nel 2008 – Foto: Charley Gallay/Getty Images)
Informazioni utili.
Per la Svizzera:
Calvy Hotel, 5 ruelle du Midi, CH-1207 Geneva, tel. +41227181616, fax +41227181670
Dartarena Bluebar, Industriezone Reuss, CH-6038, Gisikon, per prenotazioni tel. +41792088889
Per l’Austria:
Salzhof, Salzgasse 15, A-4240 Freistadt, tel. +4379427250627 oppure +436644166236