La scrittrice (e architetto) palestinese sarà in tour in diverse città italiane per presentare la traduzione in italiano del suo ultimo romanzo Golda ha dormito qui, tradotto da M. Nadotti e pubblicato da Feltrinelli.
L’ultima volta che era stata in Italia, ospite dell’Università di Venezia, Amiry aveva per l’appunto parlato di questo libro, in cui, aveva detto, il focus privilegiato è sul “concetto di casa e il rapporto che gli uomini creano con le proprio case: il luogo di svolgimento è la Palestina del 1948, quando centinaia di migliaia di persone furono costrette ad abbandonare le proprie case, portando con sé solo pochi oggetti, memorie e ricordi di una vita che non sarebbe mai più tornata”.
La sinossi (presa dal sito della Feltrinelli) così recita:
Di cosa è fatta la bellezza di una casa, se non della vita di chi la abita? Ma quando accade che un intero popolo si trovi all’improvviso espropriato delle sue dimore, la domanda che passa, amara, di bocca in bocca è soltanto una: che fine fa quella bellezza, e che fine fa l’anima di chi in quelle case, in quei palazzi, in quei giardini, ci ha vissuto, ci ha pianto e ci ha gioito, per una vita intera? Questa storia ha inizio nel 1948, quando gli inglesi, partendo da Israele, lasciarono due popoli in lotta: l’uno con tutto, l’altro con niente. Suad Amiry, palestinese, racconta quella perdita inestimabile, quella dei muri con dentro le anime, la memoria, i gesti, gli affetti.
Muri a cui oggi, ai vecchi proprietari di sempre, è addirittura proibito avvicinarsi, è preclusa la vista, la memoria delle sensazioni. Come all’architetto Andoni, che vorrebbe tornare nell’abitazione che ha progettato e costruito, il “suo gioiello”, e scopre in tribunale di non poterlo fare in quanto “proprietario assente”; o come a Huda, che preferisce testardamente la cella alla condanna di non poter rientrare nella casa dei genitori. Insieme agli effetti di un conflitto storico che dura da allora, Suad Amiry, con profonda grazia e humour dissacrante, si confronta con un tema universale e potente com’è quello della casa, che finisce per coincidere con la nostra stessa identità, con la nostra stessa, comune, storia.
Mi ha ricordato un po’ il libro che Paola Caridi ha scritto sulla città di Gerusalemme, sempre edito da Feltrinelli, e che l’autrice sta presentando in questi giorni in diverse città italiane. Anche in Gerusalemme senza Dio leggiamo dello stesso senso di smarrimento e sradicamente sperimentato dagli abitanti arabi della città, che furono costretti, all’indomani della costituzione dello Stato di Israele nel 1948, ad un destino da profughi sulla propria terra.
Tornando a Suad Amiry, ecco le date:
-
Milano, la Feltrinelli Libri e Musica, Piazza Piemonte 2 – 25 ottobre, 18:30
-
Firenze, la Feltrinelli, via dei Cerretani 30/32 – 26 ottobre, 17:30
-
Napoli, la Feltrinelli Libri e Musica, Via Santa Caterina a Chiaia – 31 ottobre, 18:00
- Roma , la Feltrinelli Libri e Musica, Galleria Colonna 31/35 – 05 novembre, 18:00
Il libro uscirà in libreria il 23 ottobre al costo di 16 euro, ma online si trova già scontato a 13,60 euro.