Tourist Trophy, a 300 km/h sull’isola di Man

Creato il 02 novembre 2013 da Molipier @pier78
Pierpaolo Molinari vedi altri articoli 02 novembre 2013 12:30 4 Flares Filament.io Made with Flare More Info'> 4 Flares ×

E’ la corsa motociclistica su strada più celebre, più antica, più pericolosa del mondo. E’ il Tourist Trophy che ogni anno si corre sull’isola di Man, terra nel Mare d’Irlanda che non appartiene al Regno Unito né all’Unione Europea.

Il Tourist Trophy nacque come gara automobilistica agli inizi del ’900 ma dopo pochi anni venne riservato alle moto che ogni anni, a giugno, percorrono il Circuito del Mountain (Snaefell Mountain Course) di circa 60 km per più volte, in base alla categoria.

Il circuito è composto da strade normalmente aperte al traffico tra case, muretti, pali della luce e differenti condizioni climatiche, si contano circa 200 curve di cui 60 portano il nome di un pilota legato a quella particolare curva per un evento particolare, spesso un incidente ma anche per celebrare qualche partecipante.

Ad esempio, un tratto del percorso di montagna è conosciuto come Brandish, nome che deriva dal pilota Walter Brandish che nel 1923, durante le prove, cadde fratturandosi una gamba.

Il record di velocità appartiene al neozelandese Cameron Donald che in sella alla Suzuki GSV-R di Loris Capirossi ha superato i 325 km/h mentre il record sul giro è di John McGuinness che nel 2009 ha percorso il circuito in 17’12″30 con una velocità media di circa 211 km/h.

Se a guardare la MotoGP o la Superbike vi impressionate e vi emozionate, guardando le immagini della corsa Tourist Trophy, se non l’avete mai fatto prima, resterete senza fiato.

I protagonisti degli spettacolari incidenti nel video sono sopravvissuti alle cadute ma nel corso degli anni e fino all’edizione di giugno, questa gara ha causato 140 vittime che hanno causato diverse polemiche sul suo svolgimento.

Pazzi, spericolati, disgraziati, chiamateli come volete. Il senso di questa gara e l’anima dei piloti si riassume nel titolo di un libro che, in quattro parole, racchiude l’essenza dell’evento: «muori o vivi davvero».

Profilo di Pierpaolo Molinari

Nato nel 1978, web designer dopo aver lasciato architettura per dedicarmi all'informatica. Ho una grande passione per la tecnologia, Apple, il calcio, la musica, la lettura e la scrittura.


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