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"Tourist Trophy. Vive chi rischia" di Mario Donnini.

Da Motociclistidatavola
Ho da pochi giorni terminato il nuovo libro di Mario Donnini sul TT, titolo “Tourist Trophy , vive chi rischia”.Bene, partiamo dal dare una risposta alla vera domanda circa questo libro: state tranquilli, è un capolavoro, niente Rocky5.Piccola spiegazione. Si chiama “effetto Rocky5” quando diventi fan di una serie/saga e appena ti esalti perchè il primo è bello, il secondo è stupendo, il terzo pure e cazzo il quarto forse è pure meglio, ecco che arriva Rocky5 e tutto finisce.Io approcciando questo ennesimo libro di Mario sul TT avevo questo timore: sarà all'altezza o sarà Rocky5? La risposta è semplicissima già dopo 3 pagine: forse uno dei più belli. Ha un solo difetto e ve ne parlerò in fondo. E no, il difetto non è “che finisce” ma è un difetto vero.Detto questo, andiamo avanti.Il libro si apre con una lunga citazione che userò da adesso in avanti per spiegare la mia passione per le RoadRaces nonostante io sia uno per la sicurezza prima di tutto (e chi frequenta questo blog e i nostri giretti in moto credo possa confermare). Ecco, quando mi sono messo a leggere il libro, ho letto la citazione e poi mi son detto “cazzo, forse per questa sera basta così, non leggo oltre, ho già avuto tutto quello che la giornata poteva darmi”. 
Il libro rispecchia la struttura di altri libri sul TT scritti da Donnini, racconti brevi, stile dinamico, scorrevole, piacevole e...moderno. Già, Donnini scrive in maniera molto contemporanea, è molto sensibile e assorbe molto dell'ambiente, della società e riesce a comunicare in modo molto efficace.Il libro è strutturato in una quarantina di capitoli che sono una quarantina di aneddoti, racconti, leggende che hanno come mcd (minimo comune denominatore, dovrò pur ostentare che ho fatto il liceo scientifico) l'isola. Resisto alla tentazione di citarne alcuni perchè il libro è meglio se lo leggete. Però una roba la devo dire ed è “Io c'ero!!!”. Mi spiego: c'è un capitolo dedicato a Roberto Antonellini che racconta un aneddoto. Ecco io ho sentito Roberto raccontare quell'aneddoto durante la cena che abbiamo fatto nel 2013 con Mario Donnini. Ora, per il libro si saranno risentiti e intervistati e bla bla bla, però io posso dire che quella volta c'ero. Mani al cielo e giubilo.Tornando al libro, come è capitato per gli altri, si tratta di un libro per motociclisti, con capitoli veloci e tanti racconti che si susseguono ma che possono anche essere affrontati in ordine sparso. Mario ha imparato che il motociclista medio, ogni 20 pagine sul TT ha bisogno di fare un salto in garage e farsi un giro in moto e la struttura del libro glielo permette. Unica nota da fighi che mi sento di fare è che questa volta la gamma emotiva esplorata da Mario è più ampia. Ecco, ci sono due aspetti che mi fan dire che questo libro è più “maturo” (vi prego ancora una volta di togliere dalle mie riflessione ogni forma di arroganza, sono impressioni e non valutazioni che abbiano un qualche valore.): il fatto che ci siano molte più emozioni, anche molto intense; il fatto che in questo libro ci sia più Mario Donnini che altri. C'è molta prima persona, racconti diretti, episodi personali. I fan come me (che sono borderline con la definizione di groupie) non aspettavano altro. Isola di Man, eroi (motociclisti, tifosi, ministri) e il nostro “chansonnier” preferito.Era ora, ormai il TT è cresciuto di popolarità e così anche il principale cantore nostrano, giusto che ci fosse più spazio.Mi è anche piaciuto che ci sia tanta Italia dentro, i racconti di tanti piloti contemporanei (poi io aspetto che un giorno Mario Donnini scriva un libro su Omobono Tenni) che in vari modi hanno approcciato l'isola e la sua immensa sfida. Certo, alcune storie sono già note, ormai molti personaggi del TT sono “sdoganati” ben oltre le due settimane di corse. Però è bello ritrovarli e sentirli raccontare da chi da vent'anni frequenta quei luoghi.Poi l'immagine di copertina è dal TT2014 che aspettavo diventasse una copertina, secondo me una delle foto più belle sul mondo delle corse in moto. E non mi allargo per evitare che non mi prendiate sul serio.
Quindi, per concludere con una rapida sintesi.Libro scritto bene: Sì, moltoLibro interessante: Sì, moltissimoLibro da leggere: Sì, soprattutto se sei un motociclistaLibro da avere: Sì, prima di pentirtene.
Ma avevo parlato di un difetto, dico bene? Eccolo. Il titolo, proprio non riesco a mandarlo giù, mi fa troppo saga di Harry Potter. Capisco però che non si possa non mettere TT in un libro sul TT. Però mi aspetto i prossimi “Tourist Trophy e il calice di fuoco” e “Tourist Trophy e i doni della morte”.Detta questa boiata vi invito nuovamente a farvi un tuffo nel mondo del TT. Subito.

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