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«Mia mamma mi ha chiamato Tomislav e mio padre era un Bokšić. Dopo la prima settimana in America sono diventato Tom Boksic. Il che ha generato Toxic. Quello che sono ora». Un pericolo ambulante, per sua stessa ammissione, Toxic (che ogni volta ridacchia tra sé ripensando al brano di Britney Spears che porta il suo stesso nome) è un croato reduce di Guerra, che ama la sua patria perduta, che rievoca in ogni momento della sua vita gli insegnamenti che la trincea gli ha impartito, l’orrore che ha dovuto vivere per sopravvivere. Ma lo fa con il piglio di chi si trovi a sfogliare un manuale, una specie di Hagakure da cui trarre ispirazione.
La sua professionalità in città è rinomata, grazie alla sua infallibile capacità di uccidere e alla sua proverbiale freddezza. Un waiter, un cacciatore che di professione spara ai maiali. Un hitman che durante la settimana fa il cameriere al ristorante, criminale, Zagreb Samovar.
Innamorato della giovane Munita, un’indiana che sta facendo carriera nella Grande Mela grazie alla sua succulenta femminilità, se la passa molto bene, guadagna, manda i soldi in Europa e vive senza dover rendere conto a nessuno.
Però un ultimo lavoro va a puttane e uccide un agente dell’FBI sotto copertura.
L’unica cosa da fare a questo punto è fuggire, sparire per un po’, cambiare aria e fin qui tutto sembra filare liscio come ragionamento.
Tutto si complica nei fatti perché all’aeroporto, con la sua nuova identità russa, si ritrova braccato dai federali e deve inventarsi qualcosa per poter salire su un aereo e sparire.
Il “qualcosa” è far fuori nei bagni un tizio che gli somiglia, prendergli documenti e biglietto e imbarcarsi.
Peccato però che il tizio sia un prete in viaggio verso l’Islanda e non un prete qualsiasi, perché altri non è che Padre Friendly, noto telepredicatore americano atteso per un programma nazionale (ma quest’ultimo dettaglio lo scoprirà una volta arrivato).
Da qui Toxic si trova imbrigliato nel suo doppio ruolo: quello del ricercato che cerca di nascondersi e quello del predicatore che appare in televisione e la storia prende la piega di una ripida discesa verso l’assurdo, dove Tom dovrà imparare a fare i conti con la sua vita, la sua storia, una nazione spuntata fuori dai peggiori incubi e una nuova missione: quella di smettere di ammazzare le persone.
Nel frattempo mentre cerca di mantenere il suo solito PPBP (Profilo Più Basso Possibile), la vita negli Stati Uniti continua ad andare avanti e mentre lui si adatta al suo nuovo personaggio, i suoi colleghi cominciano ad accusarlo di aver fatto un casino, con tutte le implicazioni del caso. Comprese rappresaglie dure e violente.
Con grande freschezza Helgason punta il faro sulle incongruenze dell’Islanda, sul suo provincialismo camuffato da cosmopolitismo e crea una storia fitta di riferimenti, di citazioni ma di estrema originalità e godibilissima fino all’ultima pagina, riuscendo a disegnare un personaggio a metà tra Paolo di Tarso e Vincent Vega.
Un romanzo tragicomico ammiccante e imperdibile. Un incrocio tra Le Iene e Kiss Kiss Bang Bang dove Dio e Morte danzano sulle dita del Croato.
Toxic
Come smettere di ammazzare la gente e imparare a lavare I piatti
Autore: Hallgrimur Helgason
ISBN- pp.gg. 291- € 15,00 – 2010
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