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Tra due mari

Creato il 05 ottobre 2011 da Traveltotaste

Tra due mari

L’estate in cui ho compiuto quattordici anni la trascorsi a San Vito lo Capo. Affittammo una casa nel centro del paese e ne ricordo la vivacità, ad ogni ora del giorno e della notte. Lunghe giornate a camminare sulla spiaggia bianca ed a nuotare nel mare turchese mentre la sera tappa obbligata alla gelateria sotto casa, che faceva un gelato sublime. Di quell’agosto ricordo il caldo tanto soffocante da costringerci a dormire sul tetto ed il paese con le sue case bianche costantemente illuminate dal sole accecante.

In Sicilia sono tornata parecchie volte da quella lontana vacanza ma San Vito lo Capo l’ho rivisto solo ora, in occasione del Cous Cous Fest 2011. Era qualche anno che desideravo partecipare a questa manifestazione dal respiro internazionale ma, purtroppo, ne sono rimasta un po’ delusa. Una fiera di paese di poco interesse dove il cous cous non è il protagonista. Un vero peccato. Si tratta infatti di un alimento base nella cultura mediterranea, di origini africane giunto poi attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova, eclettico e stupefacente ingrediente.

La zona in cui si svolge l’evento, però, merita in ogni periodo dell’anno per il clima piacevole, il mare cristallino, la natura rigogliosa e la cucina, tra le più

Tra due mari
appaganti d’Italia.

San Vito lo Capo è stretta tra il mare ed il monte dove sorge una delle numerose perle siciliane, Erice. Dall’alto dei suoi 750 metri s.l.m. Si può godere, nelle giornate più limpide, di una vista mozzafiato sul mare infinito. La cittadina è letteralmente sospesa tra le nuvole e non è mai affollata da una grande quantità di turisti. Capita spesso quindi di poter camminare lungo le belle stradine medievali del borgo e di sentire solamente il rumore dei propri passi sul selciato. Particolarmente affascinante si presenta in inverno quando è avvolta dalla nebbia, sembra sospesa nel tempo.

Ai suoi piedi San Vito lo Capo, un villaggio che si è sviluppato intorno al porto fondato dai Fenici, che solcavano i mari del Mediterraneo e che della vicina Trapani fecero un luogo di commerci.

La Riserva dello Zingaro fa da cornice naturale a questo territorio fatto di piccole baie, antri subacquei, flora e fauna caratteristici di un territorio dal clima mite e dall’ambiente ideale per molte specie in via d’estinzione.

La mitologia racconta che una falce caduta dalle mani di Cerere si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi l’antica città di Drepanon, che in greco significa appunto falce. L’attuale Trapani. Un centro storico vivacemente vissuto ed animato da numerose botteghe artigiane che del colore del mare hanno le ceramiche. Mentre le passeggiate lungo le vie lastricate in pietra vengono allietate dal dolce profumo di pasta di mandorla che va a sovrapporsi all’aroma leggermente acre della caponata. Non ho le allucinazioni, è solo arrivato il momento di cenare e godersi un vino locale, blend tra uve grillo, chardonnay e zibibbo, che in una mite serata di fine estate tardiva mi fa promettere di tornare presto.

Info utili

Come arrivare: Voli giornalieri collegano gli aeroporti di Palermo e Trapani con tutte le maggiori città italiane. Sconsiglio WindJet. Per muoversi poi l’ideale è affittare un auto. Io per prenotare ho utilizzato Holiday Cars, ben organizzati sia sul web che in loco.

Dove dormire: Hotel Villa Zina, Baglio Messina – Custonaci (TP). Tel.: +39 0923 973937. Questo elegante hotel 4 stelle si trova a due passi dal mare, nel cuore di un piccolo paesino. E’ stato ricavato da un antico Baglio tipico siciliano originariamente edificato nell’ 800 e recentemente restaurato creando ambienti arredati con eleganza e gusto ma mantenendo lo stile originario e conservando un’atmosfera unica e magica.

Dove mangiare: Nel cuore di Trapani Ai Lumi Tavernetta, corso Vittorio Emanuele 75 I, 91100 Trapani. Tel. (+39) 0923872418. Ambiente piacevole e cucina tradizionale per un ristorante che vale davvero la pena di provare. Ottima carta dei vini, tutti locali.



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