Magazine Società

Tra equita' ed economia: binomio non realizzabile?

Creato il 04 dicembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Prima di cominciare, è opportuno fornire una ripassata alle rassicurazioni fornite dai precedenti cialtroni che hanno 'governato' questo Paese:  "Ciò che doveva accadere per banche e mercati è già accaduto. Chi doveva fallire ha fallito e tutti quelli che facevano speculazione non ci sono più. Oggi non ci sembra che ci siano altre situazioni che dobbiamo temere." (Pensionato S.B., 4-7-2009) "L'Italia sta meglio di altri Paesi ed è vaccinata da eventuali contagi."  (Giulio Tremonti, 6-5-2010) "Il 2011 sarà l'anno della ripresa."  (Pensionato S.B., 24-12-2010) A due anni di distanza, è sotto gli occhi di tutti la tremenda situazione nella quale siamo immersi fino al collo: l'Euro è a rischio di crollo, le banche addirittura in pericolo di liquidità.  La disoccupazione giovanile cavalca verso altrirecord, le ore di cassa-integrazione sono diventate superiori a tre miliardi.  Il contagio è avvenuto, contrariamente a quanto sostenuto e perorato da buffoni di cui è meglio dimenticarsi il più in fretta possibile: la speculazione sui debiti finanziari ha inciso talmente tanto da rendere necessario un commissariamento dell'autorità politica.  Di fronte alle incombenze necessarie per non sfociare in quella che potrebbe essere un'ulteriore tragedia (inimmaginabile secondo molti esperti, nds), un Governo tecnocratico si appresta a varare l'ennesima manovra legata a vincoli dettati dalla necessità di apportare al Paese riforme strutturali.  Il problema più evidente è, fatti alla mano, la ciclicità delle attuali situazioni: la politica del finanziamentoa debito non può produrre risultati eccellenti sul lungo termine, salvo avere sempre ed eternamente Governi dotati di una credibilità ferrea ed indistruttibile. Al di là delle necessarie revisioni da apporre all'impianto del Paese resta, di fondo, la necessità di ragionare su quanto fino ad ora ventilato per la manovra in corso di definizione: il Governo di tutela sta predisponendo misure che, fino ad ora, sono solo ufficiose.  L'ufficialità dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, espletando formalità di diffusione Parlamentare e televisiva, nella quale il Premier Monti dovrà illustrare agli italiani quanto pensato.  Al di là dei tecnicismi, le parole chiave su cui incentrare l'azione sono state tre: rigore, equità e crescita.  Il rigore non presuppone salti nel vuoto, in un momento nel quale l'intera Europa danza su un baratro impietoso.  La crescita è necessaria, per una serie infinita di motivi: ripagare creditori ed interessi maturati sul debito, garantire occupazione, tutelare il futuro e permettere respiro al sistema intero sono solo alcuni dei cardini su cui implementare un'azione seria.  L'equità presuppone, non da ultimo, strutturali dinamiche di azione non più rimandabili: in sintesi estrema, non si può tagliare sempre alle spalle degli stessi. La manovra che seguirà peserà, fra tagli e tagli, circa 25 miliardi di Euro.  Le misure sono ancora in alto mare, fra concertazioni e colloqui; manca una versione definitiva.  Le macroaree su cui si muoveranno le decisioni dell'esecutivo sembrano, comunque, essere le seguenti: 
  • Aliquote IRPEF
  • Detrazioni: specialmente per famiglie con figli;
  • IVA;
  • Rendite casa;
  • Ritorno dell'ICI;
  • Patrimoniale;
  • Pensioni;
  • Sanità e ticket: anticipati i tagli al Fondo Sanitario Nazionale;
  • Barche: tassazione extra sullo stazionamento in porto.
Sembrano queste le linee guida impresse dall'azione dell'esecutivo.  Potrebbero seguire liberalizzazioni e smantellamento del patrimonio pubblico. La sobrietà e l'accortezza del nuovo Governo non può giustificare, in nessuna forma, ulteriori aggressioni a chi ha già più di tantissimi altri scontato sulla propria pelle una crisi che ha radici assai lontane e non dimenticabili.  Passato l'incubo B., rimane la necessità di fare una manovra stabilizzante.  La domanda da porre a seguito sembra, purtroppo o per fortuna, un'altra: si tratta di misure promosse per restituire credibilità e dignità al Paese (anche sul fronte finanziario, nds) o fatte per cercare di restituire un futuro ad un Paese che non sembra averne più? Il problema è endemicamente diffuso, ed attaccato a larghissima parte della società civile.  Cosa accadrà se le Regioni non potranno più sostenere i costi di sanità e, conseguentemente, dei trasporti?  Si paventano, su questo fronte, ulteriori tasse indirette sulle spalle degli italiani.  Un'altra domanda potrebbe essere, forse, un'altra: esistono metodi alternativi da perseguire per garantire liquidità cospicue ed immediate? In rete esistono esempi di potenziali virtuosismi promossi da Sindacati, Associazioni di Categoria, Associazioni Ambientaliste di rilievo nazionale.  Su questo esempio, si riporta la manovra a stampo ecologico promossa da Legambiente.  Nel seguito il link con le proposte formulate:  http://www.repubblica.it/ambiente/2011/12/03/news/l_ambiente_contro_la_crisi-26014173/ Qualcuna di queste osservazioni è stata seguita?  Qualcuna di queste misure è stata o verrà in futuro perseguita?  La necessità di arrivare ad una conclusione positiva di questo incubo è condivisa per amor di patria da larghissima parte dei cittadini italiani: recenti sondaggi dimostrano però che l'intero Paese è percepito, a giusta ragione, come preda dei mercati.  Il dubbio successivo è immediato: le manovre vengono fatte per sfamare queste bestie divoratrici di debito?  I dubbi ulteriori sono infiniti, per chi vuole, da ignorante ed informato, provare a capire da dove partire per ricostruire questo Paese. Coniugare rigore, crescita ed equità è una missione così impossibile?  Si attendono smentite, provvedimenti definitivi e decisioni concrete: i Partiti avranno lo scudodell'urgenza tragica da far fruttare nelle prossime campagne elettorali.  Si riporti, per concludere ma non per esaurire l'argomento, una frase presente in un articolo di Don Ciotti su L'Unità di oggi: "Chi sta nel sociale lo sa bene: questa crisi non è uguale per tutti." La frase è riportata nel seguito:  "[...]I fatti sono eloquenti: è impensabile pensare di superare la crisi complessiva che attraversa il Paese (e l'intero Occidente) se non si parte dalla premessa che il valore economico è inscindibile dal valore sociale e che un'economia sganciata dai bisogni e dalle speranze delle persone [...] produce un sistema inaffidabile che provoca falsi valori.[...]" L'equità, a fronte di un necessario approccio integrato a varie sfere della società, resta un miraggio così poco raggiungibile? Si attendono smentite, ovviamente. 
Per saperne di più: "Citazioni sui buffoni" (http://www.lettera43.it/economia/finanza/21149/cav-ma-non-era-tutto-ok.htm)
TRA EQUITA' ED ECONOMIA: BINOMIO NON REALIZZABILE?

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :