da La Tribuna di Treviso
Prima, lunedì scorso, l’incontro tra Fir e Benetton , dai toni concilianti. Poi, venerdì, il rinvio della sentenza sui ricorso presentato da Treviso contro le norme sugli stranieri, ritenute
dal club troppo restrittive. E’ stata una settimana importante, per il futuro del Benetton in Celtic. Nessuna certezza, ma l’apertura del dialogo e il rinvio di un verdetto che potevano
riaccendere le scintille di un contenzioso infinito hanno contribuito a rasserenare animi, orizzonti e rancori, più o meno.
Treviso sembra più certa del suo orizzonte. La Fir ha ribadito che nessuno si sogna di spostare la squadra da Treviso (men che meno di rinunciare alle risorse messe a disposizione da Benetton e dal presidente Zatta). Certo, anche i risultati del campo aiutano, se non altro perchè Viadana deve ancora sintonizzarsi sul torneo. Poi, sul piano concreto, potrebbe venir accolta positivamente da Treviso una prossima chiamata di Brunel per l’eleggibile Botes (meno probabile quella di Vermaak, anch’egli eleggibile ma non un mostro in difesa, come ha ribadito ahinoi sabato) perchè si libererebbe un altro posto da straniero, e dopo Van Zyl Treviso potrebbe di fatto rientrare nei canoni delle nuove regole. E questo aiuterebbe a sminare uno dei punti più roventi del contenzioso in corso.
Questo mentre aleggia sempre un piano «B» attivato a Nordest da una cordata di rugbisti, imprenditori e politici, pronti a intervenire nel caso in cui, come si temeva nei giorni scorsi,
si dovesse arrivare alla rottura. Difficile però che il ruolo di manager o head coach, in ogni caso, spetti a Kirwan, nome gettonatissimo.. John guarda alla panchina dell’Inghilterra (dopo le indiscrezioni trapelate Oltremanica) o a un incarico di prestigio in Nuova Zelanda. Per coronare il suo grande sogno – guidare un giorno gli All Blacks – deve avere il curriculum richiesto dalla federazione neozelandese: o una big europea o 5 stagioni da coach in Nuova Zelanda.