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Tra guasti e pestilenze: un anniversario al sapore di sfiga

Creato il 17 dicembre 2011 da Taccodieci @Taccodieci
Tra guasti e pestilenze: un anniversario al sapore di sfiga

Lunedì
Sono in ufficio, ma non mi sento affatto bene. "Mannaggia a me, che mi sono messa un maglione troppo leggero. Di questo passo potrei ammalarmi", penso.
A sera rientro a casa, dove dovrei trovare un bel caldino, ma continuo ad avere freddo.
E tosse. E, adesso che ci penso, anche un po' di mal di gola.
Mi ci vorrà solo un bagno caldo: sarà l'effetto di una intera giornata in ufficio infreddolita.
Qualche ora dopo reincontro la cena. Credo di reincontrare anche i confetti della prima comunione.
Martedì
Benvenuta febbre!
Chiamo l'ufficio per comunicare che sono a casa, con una bella influenza.
Vedo il lato positivo: sabato FF ed io festeggeremo il nostro Sesto Anniversario e, grazie a questa provvidenziale influenza, avrò più tempo a disposizione per i preparativi.
In fin dei conti non ho che una banale influenza, che sabato sarà già bella che archiviata.
Mercoledì
Febbriciattola, ma nel complesso mi sento un leone. La gola non fa più male, la tosse sta pian piano diminuendo.
Decido di tornare in ufficio il giorno seguente, nonostante le mie colleghe, un po' per premura nei miei confronti e un po' per paura che io diventi un'untrice, mi consigliano caldamente di riposare almeno un altro giorno.
Giovedì
Suona la sveglia, FF esce di casa ed io mi avvio ancora assonnata verso il bagno, pensando "dai, che sennò faccio tardi...".
Apro un occhio, stranamente pesante, e guardo la mia immagine riflessa: oggesù.
Pulisco lo specchio con la manica del pigiama, ma l'immagine non cambia: ommerda.
Mi stropiccio gli occhi e sento così con le mani che sì, le mie palpebre somigliano a due wurstel: [@##°[@##°[@##°!
A quel punto realizzo che l'immagine nello specchio è proprio quella della mia faccia e di getto, nel silenzio del condominio addormentato alle 7.30 del mattino mi parte un urlo: Aaaaahhhh!
Sulla mia faccia ci sono chiazze viola, più o meno grandi, in rilievo. La mia ex faccia si è in qualche modo deteriorata durante la notte ed ora somiglia ad una carta geografica preistorica, con la Pangea nella metà destra e la Panthalassa in quella sinistra. Le palpebre fungono da catene montuose e nel complesso la mia faccia, macchie o non macchie, è gonfia.
Il primo pensiero razionale che formulo è "saranno i segni del cuscino (neanche avessi un cuscino in comode puntine da disegno), ora mi lavo la faccia e passa tutto".
Mi lavo la faccia, non passa un [@##°.
Aspetto qualche minuto: non passa un [@##°.
Merdaaaaa!!!
Mi tolgo il pigiama, ispeziono il corpo per verificare la presenza di altri continenti violacei e purulenti, ma niente. Le macchie hanno prediletto la mia faccia.
Con tutto il corpo a disposizione (e non si tratta nemmeno di un corpo troppo minuto), è la mia faccia ad essere deturpata: checculo!
Cammino avanti e indietro per la camera, nervosamente, col telefono in mano. Che fare? Che devo fare?
L'unica cosa di cui sono certa è che, con la faccia ridotta in questo stato, col [@##° che esco di casa.
La prima cosa sensata che mi viene in mente è fare quello che faccio sempre quando sono nel panico: chiamo mia madre.
- Ciao.
- Ciao, papà. C'è la mamma?
- E' impegnata all'altro telefono. Che cosa succede? Stai bene?
- Sì, la tosse va molto meglio, la gola sta bene, ma... ho la faccia piena di macchie.
- Macchie? Che genere di macchie?
- Macchie grandi e piccole, rilevate, violacee... Ho le palpebre gonfie come wurstel, la faccia è tutta un po' gonfia... Papà, sono un mostro.
- Ah. Hai febbre?
- Non credo... Non so...
- Vedrai che non è niente. Stai e letto e riposati.
- Papà, si è liberata la mamma?
- Ora vedo... Perchè?
- Così. Me la passi in caso?
- Sì, si è liberata. Ora te la passo.
- Ciao.
- Ciao mamma.
- Che succede?
- Mammaaaaa.... buaaaahhh... Ho la faccia piena di macchieee... Sono un mostrooo... Buaaahhh!
- Guarda a che ora riceve il tuo medico di base. Io arrivo subito!
E così mi ritrovo dal medico di base, a fare anticamera assieme a mia madre, mio padre (che è stato costretto ad accompagnarla) ed una decina di bambini e neonati, con le rispettive madri, in attesa di fare un vaccino.
E' un po' che non mi guardo allo specchio, ma da come una giovane mamma bionda stile Barbie mi allontana con garbo il passeggino delle proprie gemelline, che avevano iniziato a sorridermi, so per certo di non avere una bella cera.
Finalmente arriva il mio turno.
- Buongiorno, dottore.
- Buongiorno. Mi dica.
- Ecco, stamattina mi sono svegliata e...
- Oddio! Che le è successo alla faccia?
- Eh, non lo so... Negli ultimi due giorni ho avuto quella che pensavo essere un'influenza (tosse, mal di gola, febbre...). Stamattina tutto il resto era passato, ma mi sono svegliata così.
- Mmm... Questo eritema ai lati degli occhi si chiama... "Eli"... "Eliotro"... No, non mi viene.
- Ma non è solo sugli occhi. Le palpebre sono gonfissime, ma è su tutta la faccia, vede?
- "Eliotro"... Dov'è il dizionario medico? Ce l'ho sempre qui, a portata di mano.
- Vabbè.
- "Eliotropo"!
- Ok. Che devo fare? Che cos'è?
- Per prima cosa devi fare le analisi del sangue, così vediamo se c'è un'infezione in atto. Puoi farle già stamattina.
Vado quindi, accompagnata dalla mia faccia che suscita sguardi disgustati, a fare le analisi del sangue.
Il responso a venerdì.
Giovedì sera mi guardo allo specchio: sono un mostro.
Il nostro anniversario per sabato è rovinato.
Apro l'armadio: sulla stampella c'è il vestito che avevo deciso di mettere per una cenetta fuori con FF. Bello, nero e moooolto corto.
Lui rimarrà sulla stampella e noi trascorreremo l'anniversario sul divano, guardando repliche di Dr House. O meglio, FF lo trascorrerà con quel mostriciattolo della sua fidanzata.
Altro che vestito corto.
Mi faccio un piantino.
Venerdì
Mi sveglio con FF e sento aumentato il peso sulla palpebre. Sento anche uno strano pizzicore alle ginocchia ed alle braccia.
Alzo il pigiama: ommerda! Le mie ginocchia hanno subito la deriva dei continenti: le chiazze sono arrivate fin là. Ginocchia gonfie con chiazze viola in rilievo, quindi. In rilievo e molto pruriginose. Non ho nemmeno bisogno di guardare le braccia per sapere che sono nelle stesse condizioni disastrose.
Faccio l'errore di guardarmi allo specchio: le palpebre sono passate dal wurstel al cotechino: merda!!!
Non fui così cessa nemmeno quando incastrai il piede tra raggio e forcella, volai assieme alla bicicletta e raschiai la faccia sull'asfalto.
- Oddio, come sei ridotta?
- Grazie, amore.
- Vuoi che resti qui con te?
- No, vai pure al lavoro. Io andrò a ritirare il referto degli esami e poi andrò dal medico.
- Mamma mia, mi sento prudere ovunque...
- Ecco, meglio che esci. Magari rischi anche di prenderti qualche malattia, a starmi vicino.
Sconsolatissima.
Vado a ritirare il referto degli esami del sangue, ma non sono un medico e non capisco una cippa degli asterischi che riporta. Vedo solo come mi guardanno le persone nella sala d'attesa del laboratorio analisi: un mostro.
Potrei sempre festeggiare l'anniversario con la maschera di ferro addosso.
Vado dal medico. Attendo ore e ore, nonostante abbia un appuntamento per un orario preciso. Almeno stavolta non ci sono mamme che allontanano da me i bambini.
Finalmente arriva il mio turno.
- Buongiorno, ho la risposta delle analisi del sangue.
- Ah bene. Vediamo. Mmm... Sa di avere la cistite?
- No (e non me ne frega un [@##°, ndr).
- Sembra proprio che lei abbia una forma virale. A giudicare dalle chiazze direi che si tratta di sesta malattia.
- Quella dei bambini?
- Quella lì.
- E che devo fare?
- Ormai nulla. Le chiazze compaiono quando la malattia è già in fase di regressione. Le consiglierei solamente di stare a casa, al caldo, lasciare che la malattia faccia il proprio corso e bere molto. Ma questo soprattutto per smaltire la cistite.
- Sono contagiosa? Quanto durerà?
- Durerà al massimo durante il weekend. E no, non è più contagiosa. Lo è stata, ma ora non lo è più.
Ho la sesta malattia.
Ho la [@##° di sesta malattia.
Questo prova che sono una bambina, che non sto per morire, che trascorrerò un weekend di merda, che il nostro anniversario è definitivamente morto e sepolto (assieme alla possibilità di una cenetta fuori) e che lunedì sarò pronta per tornare al lavoro: evvai!
Durante il pomeriggio le macchie, misteriosamente, si attenuano. Come per magia.
Si vede sotto alla pelle qualche alone rossastro, ma niente di più. Sparisce pian piano anche la sensazione di prurito.
Sabato
Stamattina mi sveglio e per prima cosa mi fiondo allo specchio.
Sotto alla pelle qualche alone, ma nulla che non si possa coprire con un paio di mani di fondotinta ben assestate.
Sì, ci siamo.
Fanc***: io metterò quel vestito. Ci prepareremo una bella cenetta di pesce e metterò quel vestitino nero e illegalmente corto. Alla faccia della [@##° di sesta malattia, della settima e perfino dell'ottava. Fanc*** le malattie infttive dalla 1 alla 1000!
Scodinzolo! Forse non tutto è perduto!
Ora devo solo trovare il modo di acquistare del pesce e dello spumante senza uscire di casa ed è fatta.
Mi sto ancora beando del miracolo quando sento una voce dall'altra stanza.
- Che è successo al muro?
- Quale muro?
- Lo hai per sbaglio bagnato tu?
- [@##°, no! Che succede?
- Allora credo proprio ci sia un guasto alle tubazioni del bagno. Dov'è il numero dell'idraulico?
- Merdaaa!!!
La Redazione

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