Tra i costumi di The Grand Budapest Hotel

Creato il 15 aprile 2014 da Arscreativo

Tra i costumi di The Grand Budapest Hotel
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L’ultima fatica di Wes Anderson “The Grand Budapest Hotel” è nelle sale italiane in queste settimane, e mi sento di consigliarvelo assolutamente non solo per il cast a dir poco stellare – Ralph Fiennes, Edward Norton, Adrien Brody, Jude Law, Tilda Swinton, Bill Murray, and Owen Wilson tra gli altri -, ma anche per l’atmosfera fiabesca ed i bellissimi costumi indossati dai suoi protagonisti. Sulla scia de “Il treno per Darjeeling” e “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, il visionario Anderson ha deciso ancora una volta di affidarsi all’italianissma e tre volte premio Oscar Milena Canonero, da oltre quarant’anni costumista di Hollywood.

La pellicola, ispirata alle opere dell’austriaco Stefan Zweig, racconta le incredibili avventure di un modesto immigrato di origini indiane, Zero Moustafa (Tony Revolori), che si ritrova a lavorare come fattorino per il  Grand Budapest Hotel. I guai hanno inizio quando Mr. Gustave, il concierge interpretato da uno spettacolare Ralph Fiennes, è accusato di aver ucciso l’anziana Mamade D. – una a dir poco irriconoscibile Tilda Swinton -.

L’ambientazione fantastica e zuccherosa della Repubblica di Zubrowka spersa in qualche angolo dell’Est Europa, ed un’epoca indefinita tra le due guerre mondiali, sono due elementi che hanno permesso a Milena Canonero di esprimersi in totale libertà. Come per “Marie Antoniette”, la costumista ha deciso di affidare alla storica maison italiana di Umberto Tirelli il confezionamento dei costumi, prendendo spunto per i bozzetti non solo dai costumi dell’epoca ma anche da personaggi ed artisti come Man Ray e George Hurrell, Gustav Klimt, Kees van Dongen, Tamara de Lempicka, e George Grosz. Scene dai colori sgargianti e dai forti contrasti, come nella foto qui sotto: le divise viola impreziosite dai classici bottoni dorati spiccano tra le mura rosso sangue dell’ascensore.

In una recente intervista Milena Canonero ha affermato che “lo stile di ogni attore deve avere la sua raison d’être”, ed infatti, ogni personaggio ha il suo personalissmo stile. Da segnalare poi la collaborazione tra la costumista e due case italiane per la creazione di una serie di pezzi unici: Madame D. indossa una cappa di seta dal sapore klimtesco ed impreziosita da maniche e collo di visone di Fendi; l’atelier romano ha poi disegnato il cappotto a doppiopetto di astrakan grigio indossato dall’ispettore Henckel (Edwar Norton), mentre Prada si è occupata del lungo trench di pelle nera di Willem Dafoe’s e del set da viaggio di 21 pezzi di Madame D.

Ancora una volta quindi Milena Canonero si è dimostrata all’altezza della sua fama, riuscendo a portare sul grande schermo la magnificenza di un hotel di lusso e la nostalgia degli anni Trenta, unita all’onirica visione di Wes Anderson. Chissà che non ci scappi la quarta statuetta.

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