Tra informazione e delirio: aggiornamenti sulla tragedia giapponese?

Creato il 22 maggio 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Mentre qui si vedono nani da giardino imperare in televisione corrosi dalle rughe ed inaciditi dal tempo, c'è un mondo che va avanti e che vede certi drammi ancora in atto nella più totale imprevedibilità.  Di pari passo al silenzio che l'informazione celebra ogni giorno più prepotentemente, la situazione di Fukushima sta diventando sempre più oscura e sconosciuta al mondo intero.  In vista del referendum del prossimo 12-13 giugno è sempre meglio tacere; si riporti, a tale proposito, qualche stralcio significativo di un'intervista fatta a Satoko Watanabe, da dieci anni leader dei Verdi giapponesi:  "[...]Loro dicono sempre che troveranno un nucleare sicuro ma non bisogna farsi ingannare. [...] Per noi giapponesi Fukushima, decenni dopo Nagasaki, è stato un vero shock. Sento il bisogno di scusarmi con tutti perchè il nostro paese sta inquinando l'acqua e l'aria.  Spero che questo evento terribilmente simbolico cambierà le politiche mondiali, ma non sono convinta che avverrà.  Ci sono troppi interessi in gioco. E troppe pressioni. [...] Per anni il governo ha detto che il nucleare era sicuro, lo dicevano le compagnie, che sono sponsor molto potenti, il nostro nucleare è sicuro.[...] Lo insegnavano anche a scuola, che senza nucleare non ci sarebbe stato sviluppo. E i giapponesi si sono fidati. Ma il terremoto ha dimostrato ciò che noi ripetevamo: non esiste tecnologia sicura. [...] Sono sempre stata molto invidiosa sul referendum che si tenne in Italia vent'anni fa sul nucleare. Avevo sentito parlare di Montalto di Castro, della protesta anti-nuclearista che veniva da quella città, che ha preferito pannelli solari al nucleare. Spero che il vostro paese continui su questa strada, senza tornare indietro sul nucleare.  Dopo Fukushima non è davvero più possibile." Lontano dalle opinioni e dai deliri di nani cialtroni e venditori di fumo, dunque, le emergenze continuano indisturbate.   Di ciò che sta accadendo nella centrale maledetta si sa, al momento, poco o niente.  Autorità cinesi e coreane sono entrate nei pressi dello stabilimento, delineando quindi una volontà di mettersi in prima fila per cercare di rallentare l'incontrollabile e l'inevitabile.  Nel mentre, la Tepco ha incluso possibilità di errore umano nel disastro nucleare che ha colpito Fukushima: è quanto emerge dal dossier di circa 2900 pagine consegnato alle autorità governative giapponesi.  Dalle ultime notizie fatte trapelare sembra infatti che i tecnici avrebbero volontariamente arrestato il sistema di raffreddamento dei reattori, per paura di implicazioni dovute al brusco crollo delle pressioni interne allo stabilimento.  Dalla rete è desumibile, per sommi capi, quanto segue: "[...](addetti dell'impianto avrebbero) arrestato manualmente il sistema in quanto la pressione all'interno del reattore era diventata così bassa che avevano paura di danni.[...] (il governo giapponese ha richiesto alla Tepco di) presentare una relazione dettagliata su come i lavoratori abbiano arrestato manualmente gli emergency cooling system dei reattori, prima che li colpisse lo tsunami, in modo che possa essere fatta una valutazione.[...]" La Tepco ha fatto sapere che sarà necessario fare luce su queste vicende, in maniera tale da poter certificare l'avvenuto errore umano e non l'esclusiva colpa della terribile accoppiata terremoto-tsunami.  Le ultime stime per una prima fase di ricostruzione dicono di una spesa necessaria prossima a circa 130 miliardi di Euro, superiore a qualsiasi manovra aggiusta-conti immaginabile.  Servirà stabilire se e come dilazionare i soldi, essendo il Giappone un Paese provato da un debito pubblico con indici devastanti (200% circa, stando alle ultime stime).  Accanto alle tragedie sociali ed economica segue, ovviamente, quella ambientale.  Il sito www.ecologiae.com riporta quanto scritto nel seguito riguardo alla silenziosa strage di cui nessuno preferisce parlare o scrivere:  "[...]I radionuclidi diffusi nell’acqua del mare nipponico infatti non sono rimasti soltanto intorno alla centrale di Fukushima, ma sin dai primi giorni erano stati rilevati a cinque e dieci chilometri a Sud della centrale, e ad oltre 30 chilometri in mare aperto. Ken Buesseler, oceanografo chimico del Woods Hole Oceanographic Institution, edHenrieta Dulaiova, oceanografo chimico dell’Università delle Hawaii, hanno ora scoperto che le concentrazioni di radionuclidi sono arrivate non solo nel vicino oceano Pacifico, ma addirittura nell’Atlantico. Il loro lavoro, finanziato dalla National Science Foundation, serve per capire più approfonditamente quante radiazioni hanno raggiunto gli oceani del mondo, e cosa esse sono in grado di provocare. In pratica, come hanno ammesso i ricercatori, saranno in grado di fornire una chiara fotografia della misura in cui l’oceano e l’atmosfera stanno “gestendo” la contaminazione. Buesseler ha specificato: "Quando si parla di oceani, l'impatto di Fukushima supera Chernobyl. I livelli di radionuclidi sono di almeno un ordine di grandezza superiore rispetto ai più alti livelli nel 1986 nel Mar Baltico e nel Mar Nero, i due mari più vicini a Chernobyl."  Secondo il The Woods Hole Oceanographic Institute, è ancora presto per affermare come il materiale radioattivo potrà incidere sulla salute umana, ma ciò che è noto è che l’impatto che ci può essere a pochi chilometri dalla centrale potrebbe essere molto simile a quello che può capitare a centinaia di chilometri di distanza.[...]" Si tratterebbe di una tragedia dilazionata su più anni, di un'emergenza senza ancora un biglietto di arrivo o fine corsa.  La contaminazione radioattiva è un fenomeno incerto e quasi impossibile da circoscrivere attraverso esaustivi modelli matematici.  L'ONU ha annunciato, sulla spinta emotiva e fattuale prodotta dalla centrale di morte, uno studio ed un report dettagliato sulle conseguenze che deriveranno dal disastro nucleare di Fukushima.  Scrivere di quanto dovrà essere trasparente e ben condotta una missione come questa è cosa inutile, soprattutto sul medio-lungo termine.  Il collasso economico, infine, sta assumendo per il paese del Sol Levante proporzioni devastanti.  Il PIL del Giappone è crollato del 3,7% su base annua e dello 0,9% su base trimestrale, provato da un debito pubblico galoppante e fardelli di ricostruzione incredibili, come sopra scritto.  Ritorna l'incubo recessione, dunque, con tutte le conseguenze probabili ed improbabili che potrebbero derivarne.  Rimane, indisturbata, la follia dell'informazione italiana che lascia spazio ad ottantenni chiusi dentro bunker elettorali.  Rimangono, ignorate, le date del 12 e 13 giugno per strappare il guanto del comando a questa classe di politicanti addestrati all'interesse.  Nel mentre, purtroppo, Fukushima continua senza intravedere una fine precisa. 

Fonti:  http://www.ilpaesenuovo.it/le-news/tempo-reale/17932-909-giappone-nuova-stima-per-ricostruzione-fino-a-130-miliardi-euro.html http://www.ecologiae.com/fukushima-radiazioni-oceano-pacifico-atlantico/40569/ http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/4909-giappone-nucleare-fukushima-errore-umano http://www.linkiesta.it/l-economia-giapponese-sta-perfino-peggio-fukushima

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