La Costa Concordia riposa lì da ormai più di cinque mesi. Dicono che la toglieranno, assicurano che prima possibile le acque del Giglio saranno liberate dalla sua tragica presenza, ma sull’isola sono in pochi a crederci.
SUL TRAGHETTO. Impossibile nasconderla, intanto, impossibile non vederla. Lo scafo è uno dei biglietti da visita per i passeggeri dei traghetti che partono da Porto Santo Stefano. E nonostante tutti i mesi trascorsi, nonostante ormai tutti abbiano negli occhi quelle immagini, quella immagine, trasmessa e ritrasmessa in tv, vederla dal vivo è tutta un’altra cosa. Per tutti. E infatti tutti i passeggeri del traghetto si accalcano sul lato destro per non perdere quel tremendo spettacolo. C’è chi si sporge pericolosamente, chi sale in piedi sulle panche del ponte per vederla meglio. “Scendete giù, siamo in virata”, ammonisce un membro dell’equipaggio. Ma ormai anche loro, i membri dell’equipaggio, devono averci fatto l’abitudine a quella scena. Le macchine fotografiche non la smettono di scattare click. “E pensare che io ci ho fatto una crociera, che spavento”, dice a bassa voce una signora fissando quel che resta della Concordia.
“PROTAGONISTA”. Sull’isola, poi, la Concordia si vede praticamente da dovunque. È così a Giglio Porto, è così lungo la strada in salita che porta a Giglio Castello. Gli abitanti del posto, dopo più di cinque mesi, ci hanno fatto l’abitudine, ma non troppo. E adesso non vedono l’ora che l’isola venga liberata.
ALLARME TURISMO. “C’è chi ci dice che in fondo questa storia ci ha portato più turisti – racconta una giovane albergatrice – e finora forse è stato anche vero. Ma chi lo sa quanti clienti perderemo questa estate? Chi saprà contarli? Alla fine la gente viene qua per godersi l’acqua e la natura, e basta”.
SUPERSTITI. Di quella notte, della tragica notte del 13 gennaio, si continua a parlare senza sosta, qui. Nei bar, per strada, in spiaggia. Dovunque. E sono tanti coloro che quel tragico giorno erano sulla nave e che ora tornano a ringraziare una popolazione che si è fatta in quattro per accoglierli. “Ma che altro potevamo fare? – si chiede l’albergatrice – tutti avrebbero fatto lo stesso. Quello che è successo quella notte è incredibile. In tanti tornano qui per ringraziarci, è bello”.
CAMERA CON VISTA. Dal suo albergo, così come da quasi tutto il resto del piccolo porto, si vede lo scheletro della Concordia. “Se volete vi do una camera con vista nave – scherza amaramente con alcuni clienti – dicono che in un anno riusciranno a toglierla, chi lo sa, speriamo”.
IL GRANDE RISCHIO. Al porto resta montata una tenda della guardia costiera, sull’isola ci sono sempre, da allora, vigili del fuoco e telecamere. “Ma quest’inverno non si riusciva nemmeno a passare da quanta gente c’era, tra soccorritori e giornalisti – racconta ancora l’albergatrice – quel fatto ha sconvolto questa isola, noi d’inverno ci riposiamo. Ma alla fine ci è andata bene, se si inquinava il mare per noi era finita, ce ne potevamo anche andare tutti”.
SCENARI. Il mare, invece, per fortuna continua a essere bellissimo, come è sempre stato, qui. E i turisti, per ora, non mancano. Turisti che parlano (quasi) solo della Concordia, turisti che chiedono informazioni a riguardo ad albergatori, negozianti, gente del posto. Chissà per quanto ancora tutto questo dovrà andare avanti.
Fonte: Il Reporter.it