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“Tra le nuvole” di Jason Reitman

Creato il 30 dicembre 2010 da Cinemaleo

“Tra le nuvole” di Jason Reitman

2009: Up in the Air di Jason Reitman

“Tra le nuvole” di Jason Reitman
“Tra le nuvole” di Jason Reitman

Terzo lavoro di un regista che ha visto tutte le sue opere premiate dal pubblico e dalla critica (“con tre soli film al suo attivo… si è già ritagliato un posto fra i grandi della commedia americana”, Fabio Ferzetti).

Di Jason Reitman, Nicoletta Dose scrive: “Regista di grande talento, sa unire commedia e dramma con sapienza, raccontando piccole storie di uomini apparentemente cinici e ostili alla vita”. Il giudizio calza a pennello per l’autore di Thank You For Smoking e di Juno che con questo Tra le nuvole (tratto dal romanzo di Walter Kirn) affronta un tema particolarmente attuale e sgradevole (il protagonista è un tagliatore di teste aziendale, il suo compito è di comunicare ai dipendenti il loro avvenuto licenziamento).

La critica ha approvato incondizionatamente:

“Gran bel film, intelligente, divertente, amaro… George Clooney, mai così bravo e mai così irresistibile” (Repubblica), “Una commedia riuscita, intelligente, divertente, attuale, applauditissima al festival di Roma” (La Stampa), “Un film da non perdersi” (Liberazione), Clooney entra a pennello nei panni del protagonista, un ruolo che sembra essergli cucito addosso: è divertente, a volte drammatico e anche antipatico… Strepitosa Vera Farmiga, non delude la giovane Anna Kendrick” (35mm), “Uno show godibilissimo di situazioni stralunate, dialoghi millimetrici e profili umani di perfida credibilità” (Il Mattino), “Amaro, intelligente, sferzante. E molto divertente. Una rarità” (Il Messaggero), “Un piccolo capolavoro… Clooney, un’interpretazione da applauso” (Il Riformista), “Il film conferma che al cinema americano non manca la capacità di far ridere e i suoi sceneggiatori hanno anche, come lo avevano quelli italiani di una volta, la capacità di far pensare, ridendo” (Il Giornale).

Come sempre in Jason Reitman,  la confezione è di lusso, il tono miscela ottimamente ironia e amarezza (“l’equilibrio tra meccanismo sarcastico e retrogusto malinconico è perfetto” sottolinea giustamente Valerio Caprara), apprezzabile l’assoluta assenza di pedanteria e di facile sentimentalismo, la performance dell’intero cast è da encomio. Uno spettacolo godibile che cattura la nostra attenzione e ci induce a più di una riflessione sul mondo che abbiamo costruito (in cui sembrano prevalere egoismo e rifiuto di ogni responsabilità). Ma non tutto funziona alla perfezione in Tra le nuvole e la colpa, a mio parere, è da attribuire alla sceneggiatura che escogita un finale «buonista» e «consolatorio», coerente con la mentalità americana, ma che ai nostri occhi non può non apparire irreale, fastidiosamente retorico e che fa perdere al film buona parte del suo assunto. Un finale diverso, più coraggioso secondo gli standard degli States, avrebbe reso il film perfetto.

p.s.

Un plauso particolare ai bellissimi titoli di testa

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