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Tra le pieghe di un pensiero

Creato il 13 gennaio 2012 da Sabby

Tra le pieghe di un pensiero

Quando con la mente, scavando nei labirinti della memoria, cerco qualcosa, qualche avvenimento particolare della mia infanzia, mi accorgo, con desolazione, di non trovare nulla di significativo. Tutto si è svolto apparentemente normale. Ognuno seguendo un proprio ruolo.

 E se l’infanzia segna le nostre vite, le scelte che poi faremo, mi  rendo conto che certe scelte erano ineluttabili. Non c’è stata identità nelle mie scelte, non c’è stato coraggio, non c’è stata “scelta”.

Quando si nasce donna, in un piccolo paese del sud, ognuno si aspetta poco, l’intelligenza non è contemplata tra le doti, l’orgoglio poi, figuriamoci, roba da puttane, i progetti sono già stati  disegnati dalla tradizione: ci si sposa e si avranno dei figli. Inevitabilmente si cresce con la mancanza di qualcosa, che sia la carezza della notte, che sia la parola di conforto, qualcosa che, come diceva Thomas Mann, ci faccia sentire “cittadini del mondo”. Invece così non è, ci si sente mendicanti per tutta la vita e si è sempre in uno stato di bisogno. Si paga un tributo alto e si fanno scelte che non sono scelte, che sono prive di personalità, sono vuote.

E’ come quando un nuotatore sbaglia il tuffo dalla pedana, certo può recuperare, con la sua forza può pareggiare la sua sbagliata partenza, ma sarà sempre una gara al recupero; certi dolori, frutto di mancanze e parole, non vanno via, e la gara della vita, quasi sempre, ne è compromessa.

 Ho cercato di patteggiare i dolori subiti con la creazione di qualcosa di diverso, volevo, in qualche modo, darmi una possibilità, ma quando le scelte che facciamo, sono frutto di rassegnazione, si corre il rischio di smettere di cercarla la vita.

Così, dispiegata come una vela di una barca in burrasca, mi appare la mia vita, con le sue rinunce, le sue solitudine, le sue scelte precarie.

Non è dolore quello che mi attraversa, ma consapevolezza.

Certo, non vivo come un vegetale, mi sono ritagliata spazi miei, attingo da tantissime cose, però, nel profondo del mio cuore, mi sento sempre come quel nuotatore che sbaglia il tuffo nella sua gara più importante.

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COMMENTI (1)

Da francesca
Inviato il 13 gennaio a 18:40
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la vita a volte è un percorso in salita, ciò che conta è la nostra capacità di prendere il meglio dal nostro viaggiare

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