Ad aprile, il Mibac (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) ha pubblicato il rapporto sui trenta siti museali statali più visitati in Italia durante il 2013. Ben tre dei primi sei posti sono occupati da complessi fiorentini: la Galleria degli Uffizi, con il Corridoio Vasariano, al terzo posto, subito dopo il Colosseo e gli scavi di Pompei; la Galleria dell’Accademia, al quarto posto; il Circuito Museale, che è sesto, dopo il Castel Sant’Angelo della capitale, e comprende il Museo degli Argenti, il Museo delle Porcellane, il Giardino di Boboli, la Galleria del Costume e il Giardino Bardini (non statale).
Sono nomi ben noti, che molti di voi conosceranno. Ma magari, fra voi lettori, c’è qualcuno non è mai stato nella città nota come “la culla del Rinascimento” oppure c’è chi, come me, ha appena fissato un weekend di giugno in un hotel a Firenze e con il sorriso sulle labbra ha stampato l’email di avvenuta prenotazione inviata puntualmente dal buon Venere (purtroppo non la bellissima dea romana..). Per me e per voi, allora, voglio dare una sbirciatina al museo principale di Firenze, nonché uno dei più rilevanti musei del mondo: gli Uffizi, che, nel 2013, secondo i dati del Mibac ha registrato 1.875.785 visitatori.
Il nome della Galleria degli Uffizi si deve al progetto che avviò, nel 1560, Cosimo I de’ Medici: il duca voleva, infatti, raccogliere in un unico edificio le 13 principali magistrature fiorentine (chiamate appunto uffici), così da tenerle più facilmente sotto il proprio controllo. Gli Uffizi, che ospitavano collezioni di reperti archeologici, armi e altri oggetti, furono via, via dedicati prettamente alla pittura e già nel Settecento ospitavano una delle più importanti raccolte di dipinti al mondo.
Visitare gli Uffizi è, oggi, un viaggio emozionante tra le opere studiate nei libri di storia dell’arte e realizzate dai più grandi pittori italiani: dalle pale d’altare di Giotto e Cimabue a La Madonna col Bambino e Sant’Anna della coppia Masolino e Masaccio; da La nascita di Venere e La Primavera di Botticelli al Doppio ritratto dei duchi d’Urbino di Piero della Francesca; dall’Adorazione dei Magi di Da Vinci al Tondo Doni di Michelangelo; da la Madonna del Cardellino e il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi di Raffaello alla Venere di Urbino di Tiziano; dal Bacco di Caravaggio alle opere del Canaletto e del Tiepolo. E non mancano i grandi nomi stranieri, come Dürer, El Greco, Rubens, Van Dyck e Rembrandt.