Magazine Diario personale

Tra Louis Malle e Marco Tullio Giordana

Creato il 07 gennaio 2013 da Povna @povna

O, in altre parole, le due citazioni mélo che incastonano la vita della ‘povna. “Chi ha subito un danno è pericoloso, sa di poter sopravvivere”, scrive Louis Malle sulla locandina del suo Danno. “Sei felice? Allora è venuto il momento di essere generosi” – ribatte, nella Meglio gioventù, l’ottimismo di Nicola.
Lei, dal canto suo, combatte tra i due poli ormai da molto tempo. O, meglio, da quando il 2006 horribilis la riprecipitò, veloce, nella consapevolezza della sopravvivenza. E, da allora, gli anni che sono passati sono stati, anche (e per sua scelta), una cavalcata verso il ritorno alla generosità.
Certo, un po’ la aiuta il carattere. E ci era anche riuscita, fino a una parte di quest’anno. Ma poi lo sceneggiatore si è messo a far capricci, il mondo è diventato faticoso e triste e, per farla breve, è andato tutto un po’ a puttane.
Così la ‘povna, sulla soglia del ritorno a scuola (e, diciamolo pure: per la prima volta da moltissimi anni, di fatto non ne ha voglia), lascia come promesso le sue liste all’anno nuovo e vecchio. Che fanno, su per giù, così.
Del 2012 salva poco e niente: il fine settimana a Venezia (ovvio), la settimana nel paese-che-è-casa, e quella all’Ile de Ré, anche queste senza fallo. Ma poi – se si abbandonano gli amici del nord, rassicuranti e solidi – l’avanzata è assai più scivolosa. Salva la maturità dell’Onda, in blocco. E poi ci sono certi sguardi, in particolare con Corto e Calvin, che difficilmente la ‘povna potrà mai dimenticare. Ma, se si parla di volti, allora ci sono altre figure che si aggiungono: le birrette estive, con Papà Razzo, Viola e l’Altra, e quelle con l’Amica Vicina. Il rapporto con Ohibò, ché lui e la ‘povna continueranno in eterno, probabilmente, a non capirsi (ma proprio per questo a basare la loro amicizia sulla consapevolezza, forte, di una inossidabile fiducia). E le strade consumate, a piedi, con l’Amico Mostro, in giorni allucinanti, di dolore e di tristezza. Eppure la ‘povna sa che è stato giusto attraversarli insieme. Poi, ancora poco, e poi più niente. Gli amici del blog, quelli sempre: sia le nuove conoscenze dello schermo, sia quelli conosciuti e (ri)conosciuti di persona. La gita in Appennino con i Merry Men, certe ore da ex con la Testarda e gli altri, le terze ore del giovedì dell’anno scorso, in laboratorio con Mafalda; la casa nuova (per certi versi): e poi la lista è già finita.
“Troppa generosità, forse” – commenta la ‘povna a voce bassa. Perché lei, che nell’ottimismo della volontà ci crede per formazione, veramente – mentre doveva traslocare, rientrare dal part-time con assoluta urgenza, rinunciare alle vacanze, guardare l’altro mondo che rotolava via così, in nuove (e faticosissime) forme – ha cercato di vedere in tutto questo un’originale forma di nuovo che avanzava.
Adesso però basta. La misura è colma.
La ‘povna ha preso congedo dal 2012 consapevole di poter reclamare, perentorio, un grosso credito. Il suo proposito per il 2013 (che si contempera con il “si fa quel che si può”, sul quale si è già espressa) sarà dunque uno, e uno soltanto: essere molto egoista. Che è poi un modo spiccio per parafrasare il vecchio motto che sta scritto dietro Auryn, ricordato da Michael Ende nella Storia Infinita.
“‘Fa’ ciò che vuoi’, ‘povna” – è quello che si è detta, fissando le onde della costa selvaggia.
Sempre, comunque, caparbiamente e a ogni costo.
“Nicola, perdonami” – aggiunge piano, guardando il nume tutelare della sua esistenza – “ora non posso”.
Il tempo della generosità dovrà aspettare.


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