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Tra me e il mare

Creato il 24 gennaio 2012 da Cultura Salentina

di Lele Mastroleo

Il mare d'inverno di Gianfranco Budano ©

Il mare d'inverno di Gianfranco Budano(©)

…il mare da quaggiù non serve a bagnarsi
è solo racconto di sirene,
lama che graffia la pelle allo scoglio.
Il mare da quaggiù suona melodie antiche
-
che sanno di sale,
che strappano una lacrima
-
alla luna grigia di febbraio,
che fanno ritornare,
che interrompono il viaggio prima di partire
e nascondono la voce dentro la risacca.
-
E’ quel sogno violento di bimbo
-
che lega il carro con il cordoncino dei pochi anni
e stringe forte il destino nelle tenere mani
-
affinché non gli sfugga quella piccola bottiglia
-
in cui ha messo tutti i suoi messaggi,
nella quale ha mischiato
-
il sonno triste della ragione con le speranze
e spinge il treno sui vagoni della Fortuna
-
a rincorrere un cielo azzurro,
che non gli faccia mai più storcere il cuore.
-
Il mare da quaggiù ha la faccia svelta delle donne,
delle api operaie che fuggono il tempo
della loro sapienza per spazzare l’aria
-
dai malefici e dai dolori.
Sante vecchie madri per sempre.

E’ in quegli sguardi immensi nei quali si rintana l’universo.
è in quelle sicure mani che si strappano le ultime fette
-
di pane alla vita e fanno pranzo e fanno cena.

… il mare da quaggiù non serve a bagnarsi.
E’ solo più limpido di qualsiasi rancore,
e ci basta, per adesso…

Lele Mastroleo (dicembre 2011)


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