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Tra miseria e splendore: riflessione sui valori del calcio

Creato il 05 giugno 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Può il calcio stupire sempre di più l'Italia precipitando sempre più in basso nelle scale dei valori e della dignità?  Senza alcun esito nella risposta, senza dubbio sì.  Prima ci fu la Calciopoli del 2006, dalla quale una nazionale riuscì a mitigare l'indignazione di un Paese vincendo un Mondiale mai più necessario di allora. Il calcio può essere definito, in molti dei suoi tratti, una metafora della vita?  Nonostante possa sembrare eccessivo, certo calcio può rievocare quella musicalità che nella vita di tutti i giorni viene a mancare.  Per fissare bene nella mente la pesantezza di questo concetto, basti pensare ai fraseggi ed ai passaggi che l'ultimo Barcellona riesce a mettere in campo. Partita dopo partita.  Fuoriclasse e giocatori di quantità destinati a scrivere pagine importanti, fatte di gol ed assist.  Il calcio è lo sport dove il pareggio può ancora contare qualcosa,dove è lecito scendere in campo per vedersi dribblare da un Messi destinato a superare la fama di un Maradona.  Il calcio è anche un luogo colmo di contraddizioni, dove individui vengono pagati milioni di Euro per prendere a calci un pallone; come lo facciano non importa, ciò che serve è farli diventare simili a divinità per tifosi esaltati.  Si ritrovano così ragazzi tra i 20 ed i 30 anni pietosamente consumati, alla ricerca di una ricchezza e di una popolarità che arriva solamente per pochi: quasi nessuno scrive di quei tanti che, senza trovare più una squadra dove giocare, varcano le soglie di età importanti senza più avere alcuna possibilità per rimettersi in gioco. Il calcio è anche un mondo dove, specialmente in Italia, le differenze economiche sono accentuate sulla base delle Serie dove si gioca; dalla Serie A alla Serie B c'è oggi più di un abisso di differenza.  Sono i diritti televisivi e gli sponsor a lucrare, spesso, sui nomi di squadre reputate più titolate di altre.  Il calcio, alla luce di oggettivi fatti come questi, può rievocare le disparità di questo mondo?  In un'intervista bellissima di Maurizio Crosetti su La Repubblica, lo scrittore Eduardo Galeano si trova a ricordare anche oggi questo sport come commistione efficace di splendore miseria. Ricordando un paragone con tempi ormai andati, lo scrittore trova efficaci analogie con la miseria contemporanea:  "[...]Sto seguendo l'ultimo scandalo che ha colpito il vostro sport. Tristissimo, veramente. Ma è la conferma che il calcio non è un'isola: non genera da sé violenza, corruzione, miseria morale, bensì le condivide con una società senza riferimenti, dove i potenti ingannano, rubano, mentono. Il football non è un capro espiatorio. C'è di peggio, credetemi, di un portiere che vende le partite o droga i compagni di squadra.[...]" Può la società, svuotandosi di moralità, contaminare anche il calcio?  Può un calcio malato essere un sintomo tangibile del disagio in cui versa una società? Ripensando allo sport più in generale, è possibile fare riferimento anche a tutti quegli atleti di altre discipline che, pur impegnandosi attivamente nell'inseguire sogni ed obiettivi anche per l'onore tricolore, sono costretti a fare la fame rispetto ai loro colleghi calciatori.  Il calcio è stato, è ancora e sarà per molti ancora sogno; basti pensare a quanti bambini, in Paesi senza fortuna, coltivano il sogno di poter un giorno militare in squadre importanti partendo dalla polvere difavelas  o villaggi dispersi nel tempo e nella memoria.  Per questo ed altri motivi, forse, fare calcio è regalare ragioni di vita. Sul grande potere consolatorio del calcio lo stesso Galeno è davvero chiaro:  "[...]Siamo mendicanti di bellezza, e il calcio ci riempie gli occhi. Lionel Messi è l'unico vero messia in un mondo che inganna. Il Barcellona è splendore, certamente. Amo questa squadra solidale, creativa, piena di gioia di giocare, che non cerca atleti grandi e grossi e dà invece pieni poteri alla fantasia. La finale di Coppa dei Campioni contro il Manchester United è stata meravigliosa.[...]" Il calciatore dovrebbe essere modello salvifico ed ispiratore per le nuove generazioni, data la sua immensa possibilità di arrivare alle masse. Alla luce di tutto, quindi, il calcio sembra essere lo sport giusto inserito nel mondo sbagliato.  Alla luce di queste situazioni, l'Italia si vede prossima a respirare nuovamente l'atmosfera di quellacalciopoli sopra citata. Calciatori ed ex-calciatori sembrano legati in un giro di scommesse che, a breve, sembra regalerà nuove paure a squadre altolocate.  Il peggio, da quanto emerge, deve ancora venire; nonostante questo, però, a molti sembra di aver già visto tutto ciò che era possibile vedere: atleti che drogano compagni di squadra, studi di commercialisti trasformati in bische clandestine per inseguire l'ultima puntata, idoli evergreen di tifosi scoperti malati di un disagio incurabile.  Dietro a fenomeni come questi si nascondono ragioni che vengono, a torto, tenute lontane dai riflettori degli stadi e dei media. Si vedranno giornalisti pronti ad indignarsi e puntare il dito, salvo evitare di spiegarsi le ragioni per le quali un tale disagio è venuto a maturare.  Così come ai tempi della Cupola fu colpa solo di pochi, ai tempi di oggi sarà ancora più facile fare distinzione tra eroi ed appestati. Le ragioni dell'atleta ubriacato dal successo, annebbiate, finiranno per disperdersi nel buco nero dell'indignazione e della mancanza di buonsenso comune.  Un calcio fatto di consapevolezza dovrebbe interrogarsi sulle ragioni di un tale sfacelo, provando ad includere anche motivazioni non solo sportive.  Nessuno vorrebbe mai, un giorno, rivedere passate anche le parole del grandissimo Pasolini:  "Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci.  Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro." Senza teatro e calcio, che mondo sarebbe?  Chiedere al pallone ed alla polvere. 
TRA MISERIA E SPLENDORE: RIFLESSIONE SUI VALORI DEL CALCIO
Per saperne di più: http://www.repubblica.it/sport/vari/2011/06/05/news/eduardo_galeano-17233709/?ref=HREA-1 http://www.corriere.it/sport/11_giugno_04/moglie-paoloni-ravelli_908509c6-8ec2-11e0-a8a9-c25beeea819c.shtml http://www.repubblica.it/sport/calcio/2011/06/05/news/paoloni_dal_carcere-17227465/?ref=HRER1-1

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COMMENTI (1)

Da andrea caporossi
Inviato il 13 luglio a 10:03
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buono articolo su un sentimento popolare. si può sapere gentilmente di chi è la foto?