Tutto ciò è passato inosservato ai maggiori quotidiani italiani sia quelli di regime, Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, giornale e libero ma anche di Repubblica, evidentemente l’inviato a Parigi di Repubblica era sulle tracce di Carlà per fotografarla con la bambina in braccio. Insomma alla ricerca di uno scoop.
Solo l’Unità ne ha dato notizia ed è grazie all’Unità che ho scoperto che il senatore Marco Follini, eletto nel Pd, legge l’Unità come Veltroni, Fioroni ed il sottoscritto.
Infatti ha subito dichiarato: La strada di Hollande non è quella del Pd.
Forse questa notizia la troverete anche sui giornali di regime e su Repubblica infatti ogni volta che l’anima reazionaria del Pd ha qualcosa da dire, criticando Bersani, trova ampio spazio e trombe pronte a suonare la banda, ampliarne l’eco.
Ovviamente un posto di riguardo, la stampa di regime, lo conserva pure ai fuorusciti della Margherita che sono confluiti nel Pd per lo scappellamento a destra con supercazzola prematurata, insomma quelli che sono rimasti nel Pd per portarlo al centro e possibilmente un po’ a destra.
Sono quelli delle larghe intese, ai quali andrebbe bene un Monti che succede a se stesso pur di non finire in una coalizione di centrosinistra. Fingono di collocare il Pd nel centrosinistra ma non vanno mai oltre il centro ed al massimo girano a destra dichiarando incessantemente che i concetti di centrosinistra o centrodestra sono superati, in perfetto stile democristiano loro sono sempre per il concetto di stare il più possibile vicino a Casini che ha la bussola giusta, il grande centro.
Dice Follini: Non siamo la sezione italiana del Pse e sono convinto che nemmeno Bersani pensi una cosa del genere.
Perfetto, sin qui siamo tutti d’accordo, quello che ci divide è il concetto di centrosinistra, se il Pd nella sua stragrande maggioranza vuole recuperare gli ideali del socialismo che puntano ad una società diversa e più equa, ad una politica che condizioni l’economia e non viceversa come scrivo da anni.
Qui non si tratta di alzare la bandiera degli ex Pci che sono nel Pd, sono la maggioranza, ma di decidere quale sia la linea se verso un socialismo riformatore o verso un grande centro conservatore che si accontenta di qualche correzione, qualche briciola che cade dal tavolo della borghesia parassita e dagli speculatori del capitalismo avanzato.
In poche parole, secondo me, il Pd deve fare una bella pulizia al suo interno ed una volta stabilita la linea della socialdemocrazia europea invitare all’uscita tutti i Follini, Veltroni, Fioroni e compagnia bella.
Quelli che ogni volta che il Pd sente il richiamo delle sue radici a sinistra hanno qualcosa da ridire.
Escano dal partito, vadano con Fini o Casini, anche se dato il loro livello politico e culturale l’ideale, per loro, sarebbe che andassero con Rutelli. Il più furbo di tutti.
Caro Bersani ci vuole un bel congresso nazionale del Pd, una bella conta e poi ognuno per la sua strada.
Non sono per principio contro le alleanze tra forze diverse che mantengano una loro identità per formare una giunta, un governo, ma sono contrario alle forze interne ad un partito che non si riconoscono nell’identità dello stesso.
Può darsi che io mi sbagli, ma conosco centinaia di ex comunisti che sono nel Pd, che tengono aperte le sezioni e fanno ancora con impegno volontariato politico e nel sindacato, sono convinto che così facendo il Pd perderebbe qualche dirigente inutile e guadagnerebbe migliaia di voti.
Un sano rinnovamento, una profonda pulizia degli equivoci e dei malumori ed aprire le finestre per cambiare l’aria che ormai è diventata soffocante.
A pag. 9 dell’Unità di oggi c’è l’intervista a Follini, fate in modo che la prossima la conceda al Corriere della Sera, magari insieme a Casini e Rutelli.
Sarebbe già un bel segnale.
Tra poco è primavera, tempo di pulizie, se il Pd vuole salvarsi deve fare una bella pulizia, a fondo. E disinfettare per bene.
Creato il 19 marzo 2012 da Slasch16Possono interessarti anche questi articoli :
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