Marquez sosteneva che la realtà è cosa ben diversa da quella che ci appare…la poesia è la chiave di lettura o il codice segreto, se vogliamo, per decifrarla.
Ho pensato a quante volte , in visita a qualche palazzo o dimora storica, mi sono imbattuta in qualche trompe l’oeil e ne sono stata immediatamente affascinata. “Inganna l’occhio” è il significato letterale, e tale è di fatto. Il fascino di tale inganno, a cui piace a tutti soggiacere, è dato dalla sua meravigliosa funzione che è quella di indurci a vedere ed a percepire illusoriamente una realtà inesistente laddove il magnifico spesso non c’è.
L’uomo, al di là delle sue esigenze primarie, ha da sempre avuto la necessità di farsi inebriare dal Bello, ne siamo alla costante ricerca, è un appagamento da cui non ci si può sottrarre. L’Italia, in particolare, è la casa della Bellezza, seppur ereditata attraverso i secoli dai nostri antenati. Mi sono chiesta, allora: e se il nostro sguardo oggi si posasse su un grande, enorme Trompe l’oeil?? Se l’inganno annidasse un po’ ovunque? A ben vedere la tendenza a mistificare la realtà, inducendo a farci credere che delle cose siano attraenti è notevolmente diffusa, e non sempre ne abbiamo consapevolezza. Si può imporre un mostro architettonico legittimandone ed autenticandone il pregio solo perché proviene da un archistar di fama internazionale. Molti comuni, in dispregio delle norme che salvaguardano l’ambiente e la tutela del patrimonio comune, spesso per cieca speculazione di pochi, hanno imposto alla collettività colate di cemento ed erosioni reali di parte di territorio. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti ed il danno è irreversibile.
Quanto noi donne cediamo all’illusione di un trucco che ci renda ancora giovani e belle? Belle, poi, come? Secondo modelli stereotipati di gonfiori o colori che non sono propriamente nostri o secondo la costante ricerca di forme armoniose, consone al nostro stile ed essere?
Credo che anche il mondo della società civile subisca l’effetto di dettami non sempre sentiti da una comunità, ma importati da altri modelli. La comunicazione in questo gioca un ruolo importante, fondamentale oserei dire. Basti pensare a come i nostri Paesi hanno ceduto gran parte della loro sovranità nazionale nel consentire agli Organismi Sovranazionali della Comunità Europea di stabilire linee di condotta nella determinazione degli indirizzi di politica economica. E ciò spesso non è avvenuto solo sulla base di preesistenti Trattati ma legittimando il tutto su un’opinione comune di necessità che potrebbe anche non essere tale.
Anche riforme interne dell’ordinamento spesso sono nate per tutelare e realizzare fini ed interessi di pochissimi ma vengono ammantate e caricate di valore di utilità generale che sovente non si sono rivelate tali, come le riforme di depenalizzazione di svariati reati in campo fiscale.
D’altronde il rischio di essere tratti in inganno in una società, improntata sulla propaganda e pubblicità di ogni sorta, è elevato. Se poi aggiungiamo la costante tendenza umana al farsi ammaliare e soggiogare il gioco è fatto…Gli antichi miti forse non si smentiscono mai: siamo davvero tanti Ulisse in balia delle sirene e della maga Circe?