Appartengono a due gruppi editoriali diversi: Amica è edito da Rcs, mentre Myself è il nuovo mensile femminile di Conde Nast.
Il primo, dopo che Cristina Lucchini, ex condirettore di Vanity Fair, ne è diventata direttore, ha subito un restyling. Il secondo, invece, è proprio nuovo.
COME SI DIFFERENZIANO?
Premesso che fa specie che un mensile femminile venga lanciato in casa Condé Nast a pochi mesi dall’uscita della condirettrice di Vanity Fair – che per l’appunto è andata a dirigere un mensile esistente e storico di un editore concorrente -, ed è quindi evidente che i due mensili siano in concorrenza tra di loro, Amica e Myself si indirizzano, grosso modo, a un target simile di donna tra i 35 e i 45/50. In termini di marketing si parla di giornali che si rivolgono alle responsabili di acquisto – mogli e madri -. In entrambi i casi si parla di donne acculturate, emancipate, che lavorano, che hanno una famiglia, impegnate, consapevoli. Mentre Amica, indulge però su un coté più glamour , dando spazio alle celebrities con interviste a Eva Herzigova – un déjà vu, a dire il vero, di interviste già lette in questo senso, anche perché la Herzigova che guida i lavori di ristrutturazione della casa, anche se vero, fa un po’ sorridere -, a Elisa Sednaoui – nuova testimonial del profumo di Roberto Cavalli -, Irina Shayk – top model russa fidanzata di Cristiano Ronaldo -, un reportage della top model Marpessa sull’ultima settimana della moda milanese, un servizio sull’evoluzione di Beyoncé, un’intervista ad Anne Hathaway e delle interviste divertenti ad Alessandra Facchinetti e a Beppe Fiorello a cui viene chiesto di mettersi nei panni del sesso opposto e rispondono ad alcune domande, ecc., Myself punta maggiormente, invece, su un giornale glamour, sì, ma di servizio, mostrando sempre quel target di donna che conduce, però, una vita normale, ma facendola apparire speciale, e viceversa – vedi l’intervista a Julia Roberts umanizzata e massaia privilegiata -. Il primo è più aspirazionale tout court, il secondo, invece, aspirazionale e raggiungibile.
Entrambi sono molto curati nella parte moda, con fotografie impattanti.
La raccolta pubblicitaria è ricca.
Gli unici elementi che non mi convincono, ma gusto personale, sono le copertine di entrambi i mensili.
Nel caso di Amica ho sempre trovato molto eleganti all’insegna del minimal, le cover con sfondo bianco e pochi titoli in copertina.
Ora, il look, soprattutto nella grafica del titolo, è un po’ retrò e richiama molto gli anni 80.
Nel caso, invece, di Myself, la cover è sicuramente in linea con il concetto di raggiungibilità, ricorda molto uno stile americano, da donna pragmatica. Tuttavia, i femminili, devono anche fare sognare un pochino, per cui lo avrei preferito un po’ più glam.