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Tra startup e fallimenti PMI: alcuni dati

Da B2corporate @b2corporate
Da inizio 2013 fallite 9.000 aziende in nove mesi: i dati forniti da Unioncamere sono davvero drammatici e allarmanti +6% rispetto stesso periodo 2012.  Le banche continuano la stretta dei finanziamenti e si è registrato un calo del 5% dei flussi verso le imprese. Gli scenari continuano ad essere devastanti.
Tra startup e fallimenti PMI: alcuni dati
Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha presentato questi dati durante l’Assemblea di Unioncamere tenutasi a Genova. Cifre che lasciano sconfortati e portano a una continua incertezza. L’economia non va. E la recente mappatura delle startup italiane riportati nella prima edizione del progetto "The Italian Startup Ecosystem: Who's Who", presentato da Italia Startup e dagli gli Osservatori del Politecnico di Milano, in collaborazione con Smau e con il supporto istituzionale del Ministero dello Sviluppo Economico sono una magra consolazione:
1227 startup innovative in Italia (50% al nord, 36% al centro, 14% al sud)
113 le startup hi-tech finanziate
97 gli incubatori e acceleratori (64 pubblici e 33 privati),
32 gli investitori istituzionali (di cui 6 pubblici e 26 privati)
40 i parchi scientifici e tecnologici (37 pubblici e 3 privati)
13 le comunità online che offrono risorse agli startupper
65 gli spazi di coworking 
33 le competition dedicate al mondo delle startup startup.
112 milioni di euro investiti in startup hi-tech  nel 2012 sono stati investiti complessivamente;
le projection di investimento  per il 2013 sono per altri 110 milioni di euro.
La necessità per far camminare l’economia sono come sappiamo da tempo le riforme istituzionali, incentivi e defiscalizzazione.
A tutto questo si deve aggiungere la carenze di finanziamenti, sempre più difficili da rastrellare;  la ricerca evidenzia sempre in ambito startup che nel  2012 il 70% degli investimenti nelle startup hi-tech è stato degenerato da Investitori istituzionali; il rimanente  30% di investimenti  invece  arriva dalla categoria Business Angel, Family Office e Incubatori/Acceleratori.
L’obiettivo è sempre quello: presentare una buona business idea, supportata da un business model chiaro e da un business plan efficace. Solo in questo modo è possibile ottenere credibilità e ricevere un’opportunità dagli investitori. Certo il percorso non è semplice ma ci si deve credere.
PMI e Startup sono e devono essere il volano dell’economia Italiana ma senza una particolare cura di attenzione nei loro confronti tutto diventa difficile.
Con la stretta delle banche, sempre più attente al merito di credito diventa davvero complicato rastrellare erogazioni di finanziamento. Le alternative sono investitori, partecipazione a premi e competition, accesso ai finanziamenti europei. Su quest’ultimo tema abbiamo dedicato recentemente alcuni articoli e in particolare vi rimandiamo a questo: “Finanziamenti Europei: come fare per ottenerli”, dove trovate un'intervista alla  dott.ssa Antonella Antonelli, che opera da oltre 15 anni nel settore della finanza agevolata e autrice dell'ebook "I finanziamenti della Comunità Europea".
La strada è ancora lunga ma l’entusiasmo, la voglia del fare e la creatività che ha sempre contraddistinto il made in Italy devono portare a oltre la frontiera della crisi.

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