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Tra tradizione popolare, origini celtiche, streghe ed esoterismo

Creato il 22 giugno 2011 da Yellowflate @yellowflate

Tra tradizione popolare, origini celtiche, streghe ed esoterismoSolstizio d’estate. “Solis statio”: fermata, arresto del Sole, Elio, infatti raggiunge la sua massima distanza dall’equatore celeste e sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno, notte di S. Giovanni e riprende il suo cammino inverso. La notte di San Giovanni, nel segno del Cancro, domicilio della Luna,astro in stretta relazione con le acque, punto di partenza dell’esistenza nel mondo individuale, ovvero nella caverna cosmica. D’altra parte, tutto ciò che è connesso alla generazione e alla fruttificazione subisce in questa notte un influsso positivo. La Notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 Giugno, cade nel solstizio d’estate, periodo legato ad una serie di riti magici, credenze ed usi popolari, celebrazioni iniziatiche e rituali propiziatori.

Sono moltissimi i Paesi che ogni anno celebrano questa notte con i ‘fuochi’, di celtica memoria. I riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.

Una notte in cui il mondo naturale e soprannaturale si compenetrano e accadono “cose strane” come narra Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate” Giorni legati alla figura femminile, al matrimonio e alla fertilità: dalla credenza dello sposalizio del sole con la luna, alle tradizioni che vogliono che le fanciulle raccolgano erbe con cui preparare filtri d’amore fino alle figure delle streghe.

Si narra che nella notte del 23, è possibile vedere nel cielo sciami di

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streghe che volano verso Benevento per la riunione planetaria annuale intorno al mitico albero di noce, in realtà sradicato fin dal medioevo. Nasce così la tradizione del Nocino alla raccolta dei frutti, ancora acerbi in questo giorno, segue la sua macerazione in alcool, un modo per estrarne la ‘rugiada’ magica, rimedio di tutti i mali.Ancora oggi la tradizione vuole che le noci verdi per questo liquore si raccolgano soltanto durante la notte del 24 giugno.

Si dice anche, che durante il viaggio, le streghe possono introdursi nelle case della gente e portare la malasorte. È per questo motivo che durante la notte si usa mettere sale grosso sui davanzali delle finestre, la strega, curiosa di conoscere il numero dei grani di sale, si mette a contarli perdendo il tempo non potendo così nuocere, mentre comprare dell’aglio fresco nel giorno del Santo porta ricchezza in casa e cogliere un ramo di felce allo scoccare della mezzanotte aiuta ad aumentare le finanze.
La notte di San Giovanni, è proprio una notte magica. In alcune zone del Piemonte e del nord Italia è tradizione raccogliere e poi bere qualche goccia di rugiada della mattina di San Giovanni per assicurarsi un elevato numero di figli. La rugiada raccolta nella notte di S. Giovanni o di Litha (il Solstizio) è estremamente potente.

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E’ anche il momento di raccogliere le erbe, incantarle, fare guarigioni e protezioni.

Le così dette Erbe di San Giovanni, sono un utile ausilio a far sì che le cose accadano e anche per ottenere presagi per il futuro.Questioni amorose, saggezza, fortuna in generale per ognuna di queste richieste c’è un “rituale” da compiere e un’erba da scegliere. Spore di felci, verbena, iperico e altre venivano conservate gelosamente in casa, portate all’alpeggio in estate, verso il quale si partiva proprio il 24 di giugno, le erbe benedette benedivano la baita. Al ritorno le erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali.
Comunemente i fiori di San Giovanni, sono nove: l’Iperico, la Ruta, il Trifoglio, l’Elicriso, la Verbena, il Mirto, la Pratolina, la Valeriana, e lo Stramonio.
L’Iperico l’Iperico è un’erba spontanea; si raccoglie al mattino il 21 giugno e si appende a mazzetti in ogni stanza della casa. E’un fiore facilmente rintracciabile, il suo color giallo oro, dura poco perchè subito appassisce. Quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, si usava proteggersi infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe, dall’aglio, all’artemisia, alla ruta.

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Fra gli infiniti rimedi magici l’iperico era usata per creare amuleti capaci di allontanare gli spiriti maligni. A questo scopo la pianta veniva messa fuori dalle case e portate addosso oppure appesa sopra il letto per assicurarsi sonno sereno. Se vi si aggiunge dell’alloro serve invece per sognare il volto del futuro amore.

Un’erba piccolissima e sconosciuta, detta Erba dello Smarrimento, veniva seminata dalle Fate e dai Folletti nei luoghi da loro frequentati e se calpestata, avrebbe allontanato dalla retta via il malcapitato. Questa leggenda si intreccia a quella, di origine tedesca, che, se taluno passa vicino alla magica fioritura della felce, nella notte di San Giovanni, senza raccogliere il seme che la pianta lascia cadere, sarà condannato a smarrirsi per via, anche se percorre strade a lui note.

La Ruta è un’erba da esorcismi costituisce un potente talismano contro la stregoneria, le sue foglie secche si portano dentro un sacchetto posato sul petto o si posizionano in zone della casa molto frequentate.

Anche il trifoglio è considerato un amuleto perché esaudisce le speranze degli innamorati; così l’Elicriso, “l’Erba del Sole”, lasciato essiccare e, bruciato in un falò durante la notte di San Giovanni, farà incontrare l’anima gemella. Ma la verbena fa molto di più; possiede infatti meravigliose virtù conciliatrici d’amore ed è dunque un ottimo“filtro”, dopotutto Virgilio la immortalò con l’appellativo “Herba Venis”.

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Anche il Mirto e la pratolina, piante sacre a Venere sono molto favorevoli agli innamorati. Gli zingari affermano che se una ragazza durante la notte del 24 giugno mette sotto il guanciale radici di pratoline, farà bei sogni e l’infedele amato ritornerà da lei. Anche la Valeriana è considerata un afrodisiaco.
In ultimo lo Stramonio, erba altamente magica, è molto ricercata dai maghi per fare gli  incantesimi d’amore.

Il rito più conosciuto e diffuso anche se con piccole varianti resta comunque quello della chiara d’uovo nel bicchiere d‘acqua. E’ un rito molto semplice: la notte di vigilia si rompe un uovo in una bacinella trasparente piena d’acqua e si mette sul davanzale della finestra, alla luce della luna e, coperto da un panno scuro.

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Al mattino la forma del bianco darà indicazioni sul futuro. E’ molto usato farlo per questioni d’amore, e’ un’uso simpatico e innocuo

Ricordiamoci che le piante sono esseri viventi e come tali hanno un ruolo preciso e importante per la vita sulla terra. Nascono, vivono e muoiono come noi,accanto a noi

 


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