Così preoccupata ad interrogarsi sul modo migliore per distruggere questo povero pianeta Terra, l'umanità intera non ha ancora imparato a districarsi tra la propria mediocrità per provare a comprendere qualcosa che riesca ad andare oltre il suo naso.
Quei pochissimi (fortunatissimi, nds) addetti a farlo, trovano linfa ed ispirazione nello studio di meravigliose scienze e nellam visione di spettacoli distanti anni luce dal nostro occhio. La missione di migliorare il mondo puntando gli sguardi ai confini dello scibile scientifico è una missione stupenda:
"L'animo con il quale un uomo lavora in questo campo...somiglia a quello delle persone religiose od innamorate; la ricerca quotidiana non nasce da un'intenzione o da un programma, ma dritto dal cuore."
E' l'opinione di Albert Einstein, non certo di uno qualunque. L'uomo interessato al divulgare scienza ha sempre una qualche forma d'amore dentro sè, preso più che mai ad addentrarsi dentro una razionalizzazione del non comprendibile.
La scienza presuppone addestramento, capacità di guardare oltre ciò che appare a prima vista.
Allo stesso modo, con pochissimi strumenti a disposizione, l'essere umano è riuscito a muoversi in un terreno buio e dissestato.
Dotato di intelligenza e ragione, ha saputo comunque farsi del male costruendo una società su pilastri cadenti od ormai pericolanti. A sua totale dissomiglianza, ha cercato di analizzare e carpire i misteri dell'Universo intero.
Puntando il suo occhio sempre un pò più su, ha vissuto Storia e scienza sconvolto da tutto ciò che era infinitamente più grande di lui. Allo stesso modo, è stato esasperato da tutto ciò che era infinitamente più piccolo di lui.
Ancora similmente è stato sorpreso da tutto quello che è dentro di lui.
Grazie ad una curiosità senza possibilità di paragone, l'uomo ha saputo porsi domande solo apparentemente irrisolvibili: Per chi e perchè sono qui? Cosa vuol dire destino? Esiste qualcosa oltre quella che sono abituato a chiamare vita? Riesco davvero ad immaginare qualcosa che vada oltre l'abitudine?
Se l'Universo è infinito, come fa ad espandersi?
E' stata proprio la sua capacità di porsi infinite domande a dargli la possibilità di avere qualche risposta meno incerta delle altre. Tra le tante vicende che sopravvivono di paradossi, l'Universo è una di quelle più stupende ed affascinanti su cui indagare.
In questo tempo di terremoti e disastri naturali, l'essere umano dovrebbe cogliere l'occasione adatta per sentirsi ancora più piccolo di ciò che realmente sia. Solamente con un velo di relatività in più potrebbe riuscire ad evitare assurdi deliri di onnipotenza. Su questo fronte, dall'astronomia emergono notizie importanti.
Smarrendo la linea sottile che fa da confine tra filosofia ed esplorazione dell'universo, il telescopio Hubble ha avuto la conferma riguardo all'espansione di quella cosa che chiamiamo Universo.
Tra buchi neri, galassie e pulsar, è stata confermata la presenza di quell'energia oscura ed ancora sconosciuta che occuperebbe il 70% dell'universo intero.
Ciò equivale a dire che abbiamo esperienza su un miserrimo 30% del totale che compone ciò che c'è attorno a noi.
I nuovi dati, raccolti e pubblicati dall'Astrophysical Journal, spazzano via alcune delle teorie ritenute alternative sulla materia oscura.
Non siamo neppure, come si pensava, immersi in una vera e propria bolla cosmica estesa per 8 miliardi di anni luce.
Di fronte a queste cifre, un uomo ed un pianeta Terra pesano veramente poco.
Scrivendo, sorge spontanea un'altra domanda: Potrebbe esistere tra la materia oscura un rimedio al nostro senso di autodistruzione?
Un pensiero particolare va, in questi momenti, ai tecnici-eroi che stanno sacrificando in Giappone le loro vite per regalare al mondo intero qualche giorno di speranza in più.
In voi umanità e scienza sono fuse alla perfezione.
Dedicato a tutti voi, samurai contemporanei.