Per chi ha una assidua – ed evidentemente perversa – frequentazione con questo blog non è una novità. Il sottoscritto considera gli Arctic Monkeys il gruppo più cazzuto degli ultimi anni (diciamo gli ultimi cinque o anche gli ultimi dieci).
Nell’attesa di sentire il nuovo album – manca pochissimo ormai ed è stato anticipato da due più che promettenti singoli – ecco che mi sono imbattuto sula prima “fatica” solista del loro leader Alex Turner, Submarine, colonna sonora di un film che non ho visto.
Le orecchie abituate all’adrenalina delle scimmiette sono rimaste in un primo momento spiazzate dalla delicatezza dei sei pezzi dell’album, poi ascoltando Stuck on the puzzle si è fatta strada un’idea forse bizzarra: Alex Turner è il vero erede di John Lennon, della sua acidità, della sua spigolosità e della sua inaspettata e sorprendente dolcezza.
I’m not the kind of fool
who’s gonna sit and sing to you,
about stars, girl.
But last night I looked up into
the dark half of the blue,
and they’d gone backwards.