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Tradimenti estivi? La colpa è degli ormoni

Da Gianluca1

Tradimenti estivi? La colpa è degli ormoni

Il tradimento secondo l'estro di Letitia Buchan


Ogni estate sentiamo dire che, con la bella stagione, aumentano i tradimenti. Anche quest'anno, quindi, l'appuntamento con questo tipo di notizia giunge a battere cassa: complici articoloni come quello appena diffuso su Isabella Ferrari che ha pubblicamente ammesso di tradire http://www.vanityfair.it/people/italia/2012/07/10/isabella-ferrari-tradimento-intervista-vanity-fair. Questa volta lo studio arriva dai ricercatori dello State Hospital di Boston, secondo i quali c'è una spiegazione scientifica a tutto ciò: in estate, per via del maggiore irraggiamento, aumenta anche il livello di vitamina D, direttamente legata al rilascio di testosterone, ormone che facilita l'attività sessuale. Il testosterone è un ormone tipicamente maschile, benché poche tracce siano presenti anche nelle donne. Ma nei tradimenti estivi al femminile il vero responsabile è l'estradiolo, battezzato “ormone Marilyn Monroe”: rende, infatti, le donne più suadenti, passionali e attraenti. Non a caso la diva americana s'è resa protagonista di un film storico intitolato Quando la moglie è in vacanza. Il motivo, però, non è solo questo. Secondo gli esperti in estate è più facile tradire perché durante le vacanze ci si sente più liberi, si rompe con la routine e più facilmente si viene in contatto con altre persone. Per molti individui l'avventura estiva è vista come un evento privo di senso; finiscono per sentirsi autorizzati a lasciarsi andare senza troppe remore, sollecitati da un sorta di euforia collettiva che spegne i sensi di colpa. Tradiscono soprattutto quelli che gli psicologi definiscono “immaturi sessuali”; individui che non hanno vissuto le proprie fantasie estetiche e sono sempre alla ricerca di prestazioni sessuali appaganti. Fra le categorie a rischio ci sono anche i narcisisti che attraverso il sesso cercano l'approvazione di se stessi: geishe e machi rientrano in questo clan di fedifraghi. Va poi ricordato che durante la bella stagione, spesso, mogli e mariti si separano per un certo periodo, predisponendo a scappatelle di vario genere. «Il controllo reciproco si allenta e si è più liberi di agire indisturbati», spiega sull'ultimo numero di Airone il sessuologo romano Lucio Bonafiglia. Paradossalmente, però, le corna sono sempre meno motivo di rottura fra i coniugi. Anzi. Parrebbe che la scappatella arrivi addirittura a rinforzare una coppia. «Un tradimento», dice la psicologa dell'Aied di Milano, Isabella Mezzetti, «può essere un modo per capire quello che si vuole veramente. Può permettere di scoprire alcuni aspetti della vita di coppia che in precedenza non venivano considerati, perché la si riteneva una relazione scontata». Nel 34% dei casi l'atto fedifrago consente a marito e moglie di ritrovare la voglia di stare insieme; nel 17% dei casi serve a riaccendere una passione ormai tramontata. Ovunque stia la verità, quel che è certo è che uomini e donne tradiscono in modo diverso e con scopi diversi. Alla base ci sono risultati eloquenti come quelli ottenuti dai ricercatori dell'Ohio State University, secondo i quali la “fissa” del sesso è un aspetto tipicamente maschile. Le donne pensano al sesso dieci volte al giorno, l'uomo diciannove volte. In media, naturalmente. 

Tradimenti estivi? La colpa è degli ormoni

Mito seduttivo


Per alcuni uomini però può diventare un'ossessione alla Michael Douglas o alla Strauss-Kahn, con il sopravento di una sorta di disturbo ossessivo compulsivo: «Chi soffre di sex addiction ha bisogno di fare sesso, anche a costo di pagarne le conseguenze», dice Bonafiglia. «Il rapporto non rappresenta una scelta ma un impulso da soddisfare. Ne abbiamo già parlato anche su Spigolature: http://gianlucagrossi.blogspot.it/2009/10/sempre-piu-italiani-malati-di-sesso.html. Sono patologie che esistono da sempre ma che con l'arrivo di internet e la pornografia accessibile a tutti hanno subito un'impennata notevole. In media riguardano il 6% dei maschi e il 3% delle donne. Ma perché si tradisce? Dietro a un tradimento c'è sempre un retroscena familiare legato a un disagio della coppia, al desiderio di trasgredire e scappare dalla monotonia. Ma gran parte del problema è legato all'evoluzione. I maschi, infatti, tradendo accrescerebbero la possibilità di trasmettere il proprio DNA. Le donne, d'altra parte, possiedono un potenziale di procreazione meno elevato, con una fisiologia predisposta a dinamiche riproduttive ben lontane da quelle maschili; a esse, verosimilmente, più che la quantità, interessa la qualità. Per l'uomo tradire significa, dunque, ripercorrere il proprio cammino evolutivo, con l'individuazione della preda e la caccia; per la donna tutto ciò non ha significato, puntando sostanzialmente a rapporti duraturi che possano fornirle la serenità necessaria ad accrescere la propria prole. Per gli uomini è anche più facile tradire perché il loro cervello, letteralmente, va in tilt ogni volta che ha a che fare con una donna. Si è infatti visto che basta lo sguardo di una donna a diminuire le performance cognitive di un maschio. «L'efficienza intellettiva di un uomo viene compromessa anche dal solo pensiero di una donna: il maschio più o meno inconsciamente sa infatti che durante un incontro sarà giudicato da una femmina, che dovrà lottare con altri possibili concorrenti per averla», chiude Bonafiglia. Stupisce, però, sapere che fra le persone che tradiscono di più ci sono le cinquantenni. È il risultato di uno studio condotto dalla psicoterapeuta italiana Elena Sorrento. 

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Tresca estiva


«Le cinquantenni», spiega la scienziata, «sentirebbero, più di altre, il bisogno di sentirsi sempre attraenti, di suscitare interesse e di avere conferme su loro stesse, recuperando l'autostima, sempre più minacciata dall'età in una società che non concede e non perdona i primi segni di cedimento». Le dà man forte Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente di EURODAP (Associazione europea disturbo da attacchi di panico), che ha verificato un miglioramento delle condizioni psichiche delle cinquantenni al termine delle ferie. «Al ritorno dalle vacanze», dice Vinciguerra, «abbiamo rilevato che nella stragrande maggioranza dei casi l’umore dei pazienti era migliorato. Non per aver ritrovato la giusta armonia con il partner, ma per aver avuto nuovi incontri gratificanti con persone dell’altro sesso conosciute proprio nel luogo di vacanza, anche nei casi in cui questi incontri non sono andati oltre la simpatia, l’amicizia».


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