La morale dice che è peccato.
Per tradimento intendo qualsiasi forma dimancanza di rispetto, perdita di fiducia.
È limitante parlare di tradimento carnale o mentale. Qualcuno sostiene che il tradimento carnale sporadico poi migliori il rapporto di coppia e le fantasie fungano da contorno alla sessualità.
Premetto che in ogni tradimento la ragione sta sempre nel mezzo ovvero se dobbiamo parlare di “colpa”, la responsabilità non è solo di chi tradisce ma anche di chi è cornificato.
In ogni relazione ci sono diritti e doveri.
Non esistono persone che tradiscono per natura. Noi stiamo con le persone che ci fanno stare bene.
Tradire all’inizio di una storia, a metà o alla fine, tradire per sesso o per un nuovo amore, il senso non cambia, c’è sempre una bugia che in primo luogo è rivolta al traditore e spesso ferisce egli stesso in primis.
Nel momento in cui rivolgiamo il nostro sguardo altrove significa che non ci basta quello che abbiamo.
Chi rivela al partner di aver tradito è spinto da diverse motivazioni, anche inconsce: vuole liberarsi di un peso, essere punito o lasciato.
Un tradimento va perdonato? Alla base ci dev’essere la comunicazione: capire qual’è stata la ragione di tale atto, confrontandosi onestamente, assumendo entrambi le proprie responsabilità.
Dobbiamo accettare il fatto che non sempre si cresce insieme e per tutta la vita. I pregi, agli occhi di chi sta al nostro fianco e matura ad una velocità diversa dalla nostra, d’un tratto possono diventare dei difetti. Non dobbiamo trattare l’altro come un oggetto che ci appartiene. L’individuo è unico, ma perso un amore credo che soffriamo principalmente per la sconfitta, per il senso d’impotenza, più che per l’amato andatosene. Avere autostima, rimettersi in gioco, valorizzarsi, ci permette di attrarre gli altri, di innamorarsi di nuovo e di esser visto con occhi diversi dal mondo intero, compreso dall’ex che magari nel frattempo non interessa più a noi.