Sala d’attesa di uno degli uffici che ultimamente, e
purtroppo, frequento più spesso.La perizia che mi è stata consegnata è sbagliata, da cima a fondo, e i verbali sono pieni di numeri messi a casaccio. Un vero disastro, bisognoso di urgente soluzione.
La porta laccata bianca si apre su un open-space altrettanto bianco, alle pareti primi piani con lunghi capelli fluenti, sorrisi ammiccanti e bolidi di grossa cilindrata. Il portariviste contiene tutta la collezione 2012 di Quattro Ruote e l’unico esemplare femminile, segregata alla reception, pronuncia a mala pena, e a bassa voce, “buongiorno, si accomodi, arriviamo subito”, stile valletta degli anni 70.
Indossamaglioncino marrone, marrone, marrone, pantalone grigio scuro e scarpe da tennis nere. Sui capelli tagliati cortissimi nessun vezzo, conseguenza di tutto il testosterone che gira in quell’ufficio.
Siedo su delle scomodissime sedie bianche e mi guardo intorno spazientita. Sono in ritardo per prendere Cestino dall’asilo, e qui non si vede ancora nessuno. Poi improvvisamente una porta a vetri si apre. Ne escono due tizi, abbronzatissimi…..anzi no, poiché è novembre inoltrato è più corretto dire, lampadatissimi, vestiti da pinguini, con scarpe di legno e foulard al collo. Si appoggiano al bancone d’entrata e di fronte alla malcapitata con il maglioncino marrone, iniziano questa surreale conversazione.
Scarpe di legno n° 1: “Sì ma tu sei un tonto…ti fai sempre scoprire!!! Poi chiaro che ti mollano!!” Scarpe di legno n°2: “Eh lo so, ma ho raccontato una cavolata, me la sono dimenticata e mi ha sgamato!!”
Scarpa di legno n° 1:” Ti ho già spiegato come faccio io. Io racconto sempre tutta la verità. Come ho passato la giornata, dove sono stato, e, pure con chi, pensa racconto anche cosa ho mangiato. Tanti dettagli per essere credibile e generare fiducia, parlo anche della tipa di turno, come si chiama, che fa, e tutto il resto…ometto solo che me la sono..... Se fai così non corri il rischio di contraddirti e di dimenticarti le cose, se racconti bugie alla fine, ti sgamano”
Scarpa di legno n° 2: “Che tecnica, sei un grande”….e giù di pacche sulle spalle e abbracci del tipo noisichesiamoamiciperlapelle
Scarpa di legno n° 1: “In realtà l’ho sentita alla radio, ma la uso da tanti anni e funziona!!” Seduta, scomoda e in ritardo, sono “incantata” da tanta malvagità, avrei bisogno di un grosso badile da stampargli in faccia, per far sparire quel sorriso ebete che si ritrovano, su un viso che sembra fatto di cera e vorrei vendicare tutte “le tipe” che, quei visi, disgraziatamente, se li sono trovati davanti.
Dovrebbero farmi tristezza, invece mi fanno solo rabbia, perché dietro le loro battute e le loro tecniche vecchie come il cucco, qualche lacrima l’hanno fatta uscire e i sogni di qualcuna, di sicuro sono stati calpestati.Le loro distorte menti hanno pensato di non dovere del rispetto, di essere autorizzati a fare i propri comodi e di non aver alcun obbligo morale dietro le loro false promesse.
Scarpa di legno n° 1, si volta, mi vede e con le mani in tasca e il passo ondeggiante, si avvicina. Allunga la mano e …..“Mi scusi se l’ho fatta aspettare. La signorina mi diceva che ci sono problemi con la perizia”
“Si in effetti sì, sembra fatta da mio figlio. E mio figlio ha due anni.”……….forse non metterò più piede in quell’ufficio ma nella vita qualche soddisfazione bisogna pur togliersela!!! ……Torno a casa, la mia piccola e adorata casa, dove è nata la nostra famiglia e dove mi sento sempre felice, il Principe e Cestino sono già li, li sento ridere e parlottare già dalle scale, apro la porta, li vedo, mi sorridono.....nessun foulard in giro ma qui si che c’è tanto testosterone!!!!!





