Traditi dalla frustrazione

TRADITI DALLA FRUSTRAZIONE

Succede che sia alla Camera che al Senato la maggioranza vota per interrompere la discussione generale sulla manovra, stroncando l’ostruzionismo del carroccio. Apriti cielo,iniziano a fare bagarre. Innalzano cartelli, urlano, proprio come ai bei tempi  di tangentopoli, quando agitavano il cappio in parlamento.

Gli uomini di Bossi si sentono defraudati della possibilità di discutere e proporre loro emendamenti, urlano, fanno gestacci e dicono parolacce del tipo “vaffa” e cialtroni al nuovo governo, soprattutto perché ha deciso di porre la fiducia.

Si sono dimenticati che, loro, di fiducie ne hanno imposte oltre cinquanta in questi ultimi anni di governo, su leggi vergogna e leggi ad personam del cavaliere, ed hanno completamente tolto la possibilità di parola al parlamento ed all’opposizione, davvero defraudando la libertà di democrazia.

Cinquanta fiducie non sono una cifretta, ed azzittire il parlamento per tre anni, non è nemmeno un atto democratico, ora reagiscono, scompostamente, con arroganza, e col vecchio sistema della maleducazione nota ai frequentatori dei prati di Pontida.

Probabilmente l’alleanza forzata (sono stati comprati dal cavaliere) e la sottomissione vissuta, li ha talmente frustrati che ora reagiscono insultando tutti, dai presidenti delle camere ai membri del nuovo governo.

Sanno benissimo che il consenso che avevano ricevuto si è abbondantemente eroso ed ora tentano in tutti i modi di sollevare polveroni sia per nascondere il fallimento di otto anni di governo, sia per tentare di recuperare qualche voto di qualche fedele indeciso o nordista ancora convinto che dai prati di  Pontida e dai riti celtici del dio PO esca chissà che cosa! Magari la secessione.

Non è accettabile che la Lega, adesso, voglia passare per paladino della giustizia sociale, quando per otto anni è stata in un governo che ci ha ridotto così e ci ha costretto a una manovra dura: è una vergogna.