Tradizionale o alternativa? Pareri a confronto

Creato il 28 aprile 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Argomento da derby, che divide e dura da anni. Medicina tradizionale o alternativa? Quanto sono efficaci le medicine alternative o meglio “complementari” come qualche medico della medicina tradizionale ama definirle? Come mai da anni la medicina ufficiale non ha mai preso in seria considerazione e approfondito la conoscenza di quest’ultime? È il tema trattato all’interno dell’approfondimento quotidiano del telegiornale della Rai, Costume e società. Una questione, certamente delicata, perché, chi si affida agli uni, è convinto che sia il meglio e chi si affida agli altri, lo è altrettanto. La partita che si interpone tra le due convinzioni è di quelle importanti: la salute.

La  medicina ufficiale è efficace, razionale e si affida alla scienza occidentale, l’altra, si affida a terapie alternative del corpo e della  mente, tenendo in considerazione anche l’aspetto psicologico, l’una prende in considerazione un  corpo ammalato da guarire, l’altra cerca di riequilibrare il contenitore esterno e l’animo  e in questo scontro la possibilità di accesso alle cure passa attraverso il diritto e il derby tra i farmaci non finisce mai. I tentativi di proposta di legge presentati in Parlamento sulle medicine non convenzionali (omeopatia, agopuntura, fitoterapia, chiropratica, ecc.), che prevede l’istituzione di cattedre universitarie, di corsi di formazione autorizzati dal Ministero della Sanità e di albi di esperti, hanno scatenato una bagarre. Il numero dei pazienti in Italia che si affidano a medicine non convenzionali è ormai imponente, è evidente che lo Stato non può rimanere inerte di fronte ad un fenomeno del genere che, tra l’altro, essendo prevalentemente privato, sfugge non solo a qualsivoglia controllo del Ministero della Sanità ma anche al fisco.

Innanzitutto bisogna scegliere dove curarsi e in particolare come curarsi. È diventato sempre più di moda dir male della medicina classica e un gran bene di quella “alternativa”,  nomi, se non altro, che  suonano più attraenti :  ayurveda, pranoterapia, agopuntura, yoga, omeopatia, reiki, erbe cinesi… studi specifici che tentano di far valere la medicina alternativa cercando di assegnarle un posto d’onore all’interno di quella tradizionale.

La differenza fondamentale tra la medicina tradizionale occidentale e quella definita “olistica” o naturale o alternativa sta nel fatto che nella prima la cura della malattia avviene prevalentemente attraverso l’uso dei farmaci e nella seconda si tenta di rimuovere le cause di ciascun disturbo passando da una profonda analisi del corpo e della psiche del paziente.
Benchè nessuno intenda negare l’enorme contributo della medicina moderna o il suo ruolo fondamentale nei casi di emergenza, si avverte sempre più l’esigenza di cercare vie alternative per comprendere le origini di un disturbo e le sue manifestazioni.
Lo scopo di una cura diventa, di conseguenza, non solo quello di eliminare i sintomi, ma anche di ripristinare un equilibrio psicofisico generale, indispensabile perchè il disturbo non si presenti. La medicina alternativa si propone in questo senso come la medicina preventiva per eccellenza.

Ciò che è sconosciuto alla maggior parte dei pazienti, tuttavia, è il fatto che i farmaci mascherano soltanto i sintomi della malattia, non risolvono nessun problema di salute, i pazienti spostano la responsabilità della loro salute alle medicine chiedendo una cura fuori da essi.  La gran parte delle malattie croniche è causata dalle scelte fatte dai pazienti stessi. Sono scelte di alimentarsi con determinati cibi, di fumare, di bere caffè, di prendere droghe o alcol, o di non fare esercizio fisico. E le malattie sono il risultato naturale della scelta di questi stili di vita.  Ad onor del vero, quasi tutti quelli che cercano di curarsi con le erbe, gli integratori alimentari e con altre soluzioni complementari o alternative guardano queste soluzioni dallo stesso punto di vista con cui guardano la medicina convenzionale, cioè richiedono una cura al sintomo. È giusto un altra sostanza chimica, anche se organica, ingerita per dissimulare i sintomi di un problema molto più profondo.

Entrambe desiderano aiutare i pazienti e per far questo bisogna educare i pazienti. Bisogna mostrare la saggezza del fare nuove scelte, riguardo alle abitudini e stili di vita e dipendenze chimiche, che li condurrebbero a vivere in maniera più sana per il resto della loro vita.

Per questa sfida occorre tempo ed il tempo sia dei medici convenzionali che dei professionisti alternativi è piuttosto costoso e in tempo di crisi la  maggior parte dei pazienti non può permetterselo o non vuole spendere  cifra enormi. Mantenersi in salute  richiede un impegno maggiore di quello di ingoiare una pillola o di bere una tisana, è faticoso smettere di bere il caffè ogni mattina, o smettere di fumare, o eliminare lo zucchero raffinato, le bibite gasate, o il pane bianco ed altri alimenti raffinati, ecc.  E così si continuerà a far visita al proprio medico in cerca della pillola risolutiva. La medicina alternativa non è migliore della medicina convenzionale se, se  ne fa uso come soluzione provvisoria per una serie di sintomi generati dal non volere fare i cambiamenti che conducono ad una salute di lunga durata. Allora perché una vera vittoria avvenga bisognerebbe aiutare una persona a vincere le malattie partendo dal presupposto che ognuno genera le malattie che deve affrontare anche con un modo di vivere che certamente non favorisce la salute.  Ogni paziente è unico. E’ un po’ diverso dal riparare il motore di un’automobile.

Nel frattempo sarebbe auspicabile che invece di una lotta per la supremazia di una o dell’altra parte, si cercasse una collaborazione, perché in questo caso a guadagnarci sarebbero i pazienti.


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