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Traduzioni obbligate

Creato il 15 luglio 2010 da Lucas

«Bisogna dare atto a Silvio Berlusconi di avere compiuto la scelta giusta facendo dimettere il sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino: sebbene lasci perplessi la sua permanenza nel Pdl come coordinatore della Campania. Il presidente del Consiglio sapeva di non potere indugiare. Rischiava di ritrovarsi con una maggioranza in bilico, incalzata da Gianfranco Fini e dal centrosinistra. Ed ha preso una decisione obbligata e saggia, anche se tardiva». Massimo Franco

Io vorrei che qualcuno mi traducesse tali parole, all'apparenza chiare ma che, secondo me, dicono più di quanto vogliono dire. Cioè, io ho capito così, ma non sono sicuro, ditemi se sbaglio:

Berlusconi non poteva far altro che dimissionare Cosentino; tuttavia, per tenerselo buono, l'ha lasciato coordinatore del PdL campano, cosa che però lascia esterrefatti visto lo stato di compromissione in cui si trova l'ex-sottosegretario. Berlusconi aveva il fiato sul collo, non poteva fare altrimenti, perché la fronda interna dei finiani avrebbe potuto far mancare la fiducia al governo. E per questo, messo alle strette, ha compiuto tale decisione obbligata. Ma quando una scelta è obbligata non può mai essere saggia dato che la saggezza si esercita sulla valutazione di più opzioni per, dipoi, deliberarsi a scegliere la migliore (la più saggia, appunto). E io, Massimo Franco, ho detto saggia perché per un momento ho avuto paura che Berlusconi facesse il matto, che giocasse fino in fondo la partita per vedere se Fini bluffava o meno, col rischio che davvero si andasse a delle elezioni politiche anticipate che, se ci fossero state, non mi avrebbero consentito, per decenza, di poter appoggiare smaccatamente questo indifendibile modo di fare politica. Io tengo a che Berlusconi rimanga in sella perché, con il sapiente aiuto di Gianni Letta, può davvero operare una sorta di politica compiutamente andreottiana di marcata sponda clerical-conservatrice. Berlusconi è l'unico che garantisca continuità di metodo con la vecchia politica di complotto e spartizione. E il rischio che tutto questo finisca, che l'Italia cioè adotti una politica diversa, non più di mero esercizio di potere, ma di servizio al cittadino, beh, questo non lo voglio correre dacché voglio continuare altri decenni a scrivere le mie piccole noticine sulle manfrine interne al Palazzo.


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