NUOVO REPORT TRAFFIC:
"EMERGENZA BRACCONAGGIO AL RINOCERONTE:
TRA SUDAFRICA E VIETNAM UN TRAFFICO ILLEGALE SENZA PRECEDENTI"
Tragica impennata nel bracconaggio di animali vivi: da 13 rinoceronti nel 2007 a 448 nel 2011. Dall'inizio del 2012, quasi 2 rinoceronti al giorno coinvolti.
Da gennaio arrestate 171 persone, più che in tutto il 2010 (erano state 165).
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Un nuovo report sull'emergenza del bracconaggio in Sud Africa documenta come la scarsa normativa sulla gestione dei corni di rinoceronte, le scappatoie nelle regole sulla caccia sportiva e un aumento della domanda di corni in Vietnam abbiano creato le condizioni ideali per lo sviluppo di sofisticate reti criminali che hanno portato a una drammatica impennata del bracconaggio in Sudafrica e ad una caccia senza precedenti agli ultimi rinoceronti .
Secondo lo studio "Il commercio di corni di rinoceronte tra Sud Africa e Vietnam: una combinazione letale di lacune istituzionali, professionisti corrotti e associazioni criminali", realizzato dal TRAFFIC (la rete per il monitoraggio del commercio illegale di natura nata da IUCN e WWF), già nel 2003 in Sudafrica, visitatori provenienti dal Vietnam partecipavano regolarmente a battute di "pseudo- caccia" in cerca di trofei di rinoceronte bianco, mentre in realtà erano interessati solo al corno e non alla caccia in sé, tanto che alcuni dei partecipanti non sapevano nemmeno sparare.
"Un decennio fa si iniziavano a intravedere i primi segnali dell'emergenza bracconaggio al rinoceronte che si stava approssimando, ma allora pochi avevano previsto la portata e le ramificazioni che oggi abbiamo chiare davanti a noi – ha detto Massimiliano Rocco, Responsabile dell'Ufficio TRAFFIC in Italia - Tuttavia, con l'aumento della domanda dall'Asia, persone disposte a pagare molto per mettere le mani sui corni di rinoceronte e contrabbandieri poco timorosi di essere perseguiti, era probabilmente inevitabile che questa "commodity" attirasse l'attenzione di una comunità criminale sempre più forte, creando una "tempesta perfetta" per il bracconaggio al rinoceronte e il commercio dei corni."
Sebbene il Sudafrica abbia presto avviato una serie di norme per abolire la "pseudo-caccia", per tutta risposta commercianti di corni pieni di risorse hanno iniziato a reclutare altri "cacciatori" non riconducibili a questi traffici, per esempio tra gli attori del turismo sessuale, per eludere le nuove regole.
Allo stesso tempo, i criminali si sono rivolti ad altre fonti per ottenere i corni: negli ultimi anni, almeno 65 corni di rinoceronte sono stati rubati da esposizioni pubbliche, collezioni museali o addirittura antiquari, in Sudafrica ma anche in Europa e Stati Uniti. E anche in Italia abbiamo registrato episodi simili, ricorda Massimiliano Rocco responsabile dell'Ufficio TRAFFIC in Italia.
Nel 2009, il governo sudafricano ha lanciato una moratoria sulle vendite nazionali di corni di rinoceronte per evitare che stock non registrati, i cosiddetti "corni liberi", entrassero sul mercato (ogni commercio internazionale di prodotti di rinoceronte è vietato dalla Convenzione sul Commercio Internazionale di Specie selvatiche a rischio - CITES). Da allora, protagonisti dell'industria illegale di natura sono stati fermati, grazie a dure sentenze che puniscono con la prigione il prelievo dei corni da rinoceronti vivi e la conseguente vendita dei corni a compratori asiatici. Nell'aprile 2012, il Sudafrica ha sospeso l'assegnazione delle licenze di caccia a tutti i vietnamiti, introducendo anche altri cambiamenti per serrare le scappatoie che consentivano la "pseudo-caccia".
"La ramificazione e organizzazione del traffico dei corni ha raggiunto livelli impressionanti - dichiara Massimiliano Rocco responsabile dell'Ufficio TRAFFIC in Italia - La rete dei complici in questo traffico illegale organizzato ha perfino coinvolto un piccolo numero di proprietari di ranch disonesti, cacciatori professionisti e veterinari di animali selvatici, aggiungendo una nuova sfidante dimensione all'azione contro il bracconaggio ai rinoceronti, che non si combatte più solo sul campo in Sudafrica ma anche con un puntuale lavoro di intelligence e più che mai con la vera volontà politica di tutta la comunità internazionale di contrastare questi fenomeni " continua Rocco.
In Sudafrica ogni giorno i ranger mettono in pericolo le proprie vite per proteggere i rinoceronti dai bracconieri, in una sfida continua verso uomini senza scrupoli mossi solo dall'avidità per il valore economico di questi corni. Sebbene sempre più risorse vengano spese per proteggere i rinoceronti sul territorio nazionale, il Sudafrica ha visto una rapida impennata del bracconaggio di animali vivi, passando da 13 nel 2007 a 83 (2008), 122 (2009), 333 (2010), fino alla cifra record di 448 rinoceronti nel 2011. Agli inizi del 2012 sono stati cacciati illegalmente quasi due rinoceronti ogni giorno, tanto che fino al 17 luglio di quest'anno, è stato raggiunto un totale di 281 rinoceronti, con una perdita prevista pari a 515 individui entro la fine dell'anno se si continua a questo ritmo.
Il Sudafrica ha visto una crescente spirale di attività criminale organizzata e violenta legata ai rinoceronti, e le autorità hanno risposto con un impegno sempre maggiore. Fino al 17 luglio di quest'anno in Sudafrica ci sono stati più arresti (176) per reati legati ai rinoceronti che in tutto il 2010 (165), con il fermo di persone attive ai livelli mediani o superiori della catena commerciale, compreso un buon numero di arresti di alto livello tra i vietnamiti a partire dal maggio 2012. Le associazioni criminali legate ai rinoceronti in Sudafrica si sono connesse ad altre attività criminali, come il contrabbando di droga e diamanti, il traffico di persone e il commercio illegale di altri prodotti di natura, come l'avorio di elefante e gli abaloni.
Su 43 arresti documentati di asiatici per crimini legati ai rinoceronti in Sudafrica, 24 erano vietnamiti (56%) e 13 cinesi (28%), i restanti tailandesi e malesi. Inoltre, è emerso che almeno tre ufficiali con sede all'ambasciata vietnamita a Pretoria partecipavano al commercio illegale di corno di rinoceronte, sebbene l'ultimo di questi casi risalga al 2008.
All'altro capo di questa illecita catena commerciale, il rapporto identifica il Vietnam come il mercato principale, dove la domanda di corno di rinoceronte continua a crescere e dove macinini seghettati per trasformare in polvere i corni sono ampiamente disponibili per la vendita.
In Vietnam sono stati identificati quattro gruppi di utenti principali: il primo è rappresentato da chi crede nelle proprietà disintossicanti del corno di rinoceronte, specialmente dopo un'eccessiva assunzione di alcol, cibo e "bella vita". Gli utilizzatori macinano abitualmente il corno e mischiano la polvere ad acqua o alcool come cura per le sbornie e più generalmente come tonico.
Il corno è spinto anche come presunta cura contro il cancro dai "promoter" di corno di rinoceronte, in una cinica strategia di marketing per aumentare i profitti del commercio illegale.
"Il picco di richiesta di corno di rinoceronte dal Vietnam non ha niente a che vedere con le necessità della medicina tradizionale: serve a fornire una droga ai frequentatori di feste e a truffare malati terminali di cancro prendendo i loro soldi in cambio di una cura miracolosa che non funzionerà mai – ha detto Tom Milliken, esperto di rinoceronti del TRAFFIC e coautore del rapporto. "In conclusione, l'unica soluzione a lungo termine per debellare il bracconaggio al rinoceronte in Africa e Asia sta nell'abbattere la richiesta di corno. Il fatto che il governo vietnamita non abbia giocato un ruolo significativo nell'assicurare questo risultato è un problema, ma rappresenta anche un'opportunità per avviare un'azione decisiva a partire da adesso."
Il mese scorso, un gruppo di lavoro CITES sul rinoceronte si è cimentato nello sviluppare una strategia per ridurre la domanda di corno di rinoceronte e ha lanciato un appello al governo del Vietnam per redigere un rapporto sulle misure che sta intraprendendo per debellare il commercio illegale.
"Le uniche persone che traggono vantaggio dall'attuale emergenza bracconaggio al rinoceronte sono quelle che alimentano le reti criminali, che stanno facendo enormi profitti senza paura di essere perseguiti sui mercati asiatici" – ha detto Milliken – "Questo traffico lascia una scia di carneficine e sventurate vittime – sia animali che umani – dall'origine al consumatore finale sul mercato."
Il nuovo rapporto TRAFFIC lancia un appello perché sia preso il giusto numero di misure per affrontare l'emergenza in corso. Tra queste, il Vietnam deve "rivedere e rafforzare le leggi e le pene sul commercio illegale del corno di rinoceronte" e "attuare efficaci strategie per rafforzare le leggi del mercato."
Ironia vuole che il destino dei rinoceronti sudafricani sia ora inestricabilmente legato con il mercato del Vietnam, un paese che recentemente ha visto estinguere la propria popolazione di rinoceronte di Java, quando, agli inizi del 2010, l'ultimo individuo nel Cat Tien National Park è stato ucciso e privato del proprio corno. Il rinoceronte di Java è la specie di rinoceronte più a rischio al mondo.
"Il Sudafrica ha progressivamente commisurato la propria risposta ai crimini contro il rinoceronte e ci sono segnali che potrà vincere questa battaglia – ha dichiarato Mavuso Msimang, Rhino Issue Manager per il Dipartimento di Affari ambientali del Sudafrica – Ma possiamo porre fine al bracconaggio e al contrabbando solo se li affrontiamo lungo tutta la catena commerciale. Speriamo che il Sudafrica e il Vietnam possano collaborare attivamente per fermare il commercio illegale di corno di rinoceronte."
Johannesburg, 21 agosto 2012
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Cav. Andrea Pietrarota
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sociologo della comunicazione, giornalista e consulente di comunicazione integrata
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