Traffico a Milano, come fare? - dialoghi

Creato il 20 novembre 2012 da Sulromanzo

"Hai presente quello che diceva Schopenhauer, vero?"

"Quale delle tante che ha detto?"

"La vita è un pendolo che oscilla fra dolore e noia"

"Celebre quella, sì"

"Penso che sia davvero così, la mia vita è stata dolore e noia finora per il 90% delle volte, pochi attimi di felicità"

"Ho come la sensazione che alla fine avesse ragione Seneca, che la felicità è sempre instabile e incerta…”

“Vero, perciò da qualche tempo cerco di fregarmene degli eventi esterni, che in ogni caso devo dominare io nell’interpretazione, non devono dominare me con il loro carico di instabilità!”

“Mi sembra un buon approccio, gli eventi portano sempre a scuotere l’anima a destra e a sinistra, in alto e in basso, perché farsi trascinare di continuo? Non è intelligente”

“No, non lo è. Pensa in mezzo al traffico qui a Milano, ogni mattina vedo dei pazzi, chi decide di arrabbiarsi, chi urla, chi sta ancora dormendo e rischia incidenti, c’è l’umana specie, se dovessi basarmi sull’umore altrui sarei ogni giorno senza bussola, travolto dagli umori della gente…”

“Ti capisco, anni fa avevo le stesse esperienze, infatti ho pensato al tempo che dovevo trovare un modo di difendermi, tu come hai fatto?”

“Non gli eventi esterni, ma io dovevo cambiare. Lo so, sembra psicologia da poveracci, eppure ha funzionato. Ho cominciato a pensare che non avrei permesso a nessuno di trafiggermi il petto con le sue emozioni!”

“Cioè?”

“Cioè qualsiasi cosa fosse accaduta, mi sarei detto ‘no, non è cosa mia, è cosa tua, quindi non mi fai del male’, i primi giorni mi veniva da ridere…”

“Non fatico a crederlo…”

“Poi ho preso l’abitudine e ti garantisco che i miei 45 minuti circa di traffico al mattino sono diventati diversi, prima ascoltavo musica e alzavo a palla per distrarmi, da mesi invece ho iniziato a giorni alterni a seguire un cd di insegnamento della lingua inglese e audiolibri di classici dell’Ottocento, e sorrido a tutti, qualsiasi cosa mi facciano. È un’altra vita!”

“Mi fai pensare a Confucio quando sosteneva che l’uomo superiore è calmo e magnanimo, mentre l’uomo dappoco è sempre agitato…”

“Ho letto le sue massime poco tempo fa, ricordo quelle parole e mi sono trovato proprio d’accordo con lui.”

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