«Non parliamo di “inchino”. Si tratta di una rotta “avvicinatoria”. Da quello che leggo da Internet, sono procedure usuali nelle crociere. Anche io ho partecipato ad alcune crociere e ricordo che la nave passava a due metri da piazza San Marco a Venezia». È questa la difesa del legale del comandante Francesco Schettino, l’avvocato Rosario D’Orazio,in merito a uno dei punti contestati al suo assistito. «Basta andare sul web per trovare numerosi atti. Io stesso ho letto sul sito della Costa i complimenti fatti a Schettino per una manovra nei pressi dell’isola di Procida. Come su internet ho trovato una lettera del sindaco del Giglio. Quasi come se queste manovre fossero un uso consolidato. Mi fa specie adesso che si dica che nessuno sapesse». Anche sull’abbandono della nave D’Orazio appare categorico: «C’è l’articolo 303 del codice della navigazione - sostiene – che prevede che il comandante, prima di dichiarare l’abbandono della nave, è obbligato a tentare di salvare la stessa. È proprio quello che ha fatto il comandante Schettino, che ha prima tentato di spiaggiare la nave ed è poi sceso quando la stessa era in sicurezza, “parcheggiata”. Non solo: ci sono testimonianze di persone che sostengono che il comandante sia stato l’ultimo a lasciare la nave dal suo lato. E poi sfido chiunque a restare a bordo su un’imbarcazione inclinata di almeno 90 gradi».
“Tornerei su una nave”. Tornerebbe al timone di una nave da crociera? «Sì, certamente». Così il comandante Francesco Schettino oggi a Torre Annunziata (Napoli) prima di entrare nell’aula per la seconda udienza al Tribunale del lavoro relativa al ricorso contro il licenziamento proposto da Costa Crociere. Come in occasione della prima udienza dello scorso 3 gennaio il dibattimento si sta svolgendo a porte chiuse dinanzi al giudice Emanuele Rocco. Il comandante è assistito dal suo legale, l’avvocato Rosario D’Orazio.
Fonte: Shippingonline