Eschilo e Sofocle avrebbero sicuramente messo in scena, in teatro, quello che sta accadendo in Grecia. Avrebbero invocato la musa della tragedia, Melpomene, come io stesso faccio adesso. Quello che è accaduto con la recente tornata elettorale assume i contorni della vera e propria tragedia greca e ovviamente spiegheremo il perché. Per farlo compiutamente bisogna fare un passo indietro e precisamente a quando i cittadini del paese ellenico scesero in piazza e protestarono, talvolta pacificamente, talvolta ricorrendo alle bombe incendiarie contro le misure imposte dalla comunità Europea. Il governo di allora fu costretto ad applicarle e molte migliaia di lavoratori del pubblico impiego furono messi alla porta, quelli che mantennero il posto di lavoro si videro decurtato il loro stipendio di ben oltre il 40%, stesso trattamento fu riservato ai pensionati, ma vi furono anche interventi sulla sanità, sul debito pubblico, il tutto affinchè potesse essere sventato il pericolo di un tracollo di dimensioni colossali. Anche l’Europa fece la sua parte erogando un sostanzioso prestito. Quella situazione comportò le dimissioni del governo e le elezioni, poi naufragate poiché i partiti non riuscirono a coalizzarsi. Si determinò, in buona sostanza, una spaccatura tra coloro che volevano rimanere in zona euro e coloro che avrebbero invece voluto starne fuori. Oggi è quello che i più definirebbero “the day after”, il giorno dopo le nuove elezioni. La Grecia sceglie l'euro, sceglie un governo filo europeista che manterrà gli impegni presi con Bruxelles e con il Fondo monetario intenazionale. Hanno vinto i conservatori di Nea Dimokaratia, il partito diAntonis Samaras raggiunge, il 29,7 dei consensi contro il 26,9 della sinistra radicale di Syriza. Terzo partito è il socialista Pasok, con il 13,1%, permettendo così alle forze filo-europee di avere i numeri per una maggioranza assoluta in parlamento. Probabile a questo punto l'ipotesi di un governo di caolazione. Tirano un sospiro di sollievo, ma fino a che punto poi questo è da vedere, i paesi dell’eurozona e i sostenitori della moneta unica, nonché tutti quegli stati che avevano prestato danaro alle magre casse greche per evitare, dapprima, il tracollo del paese e poi un rovinoso effetto domino che avrebbe finito per affossare le economie degli stati del Club Med, Italia compresa. Il vero senso della tragedia è che questo risultato rischia di essere comunque effimero. Non è garantito infatti che la Grecia riesca a restituire quanto ricevuto, col solo effetto che di qui a qualche mese o al massimo anno, la situazione, per via dei tassi di interesse, si sarà ulteriormente aggravata. Il vero senso della tragedia sta dunque nel seguente inciso. Per riuscire nell’intento del salvataggio completo bisognerà dare vita a misure draconiane (giusto per rimanere in tema) il nuovo governo dovrà approvare la riforma del pubblico impiegno, le liberalizzazioni, combattere l'evasione fiscale e la corruzione che erodono 40 miliardi l'anno del Pil. In Grecia arriveranno altri tagli, quindi, altre tasse, in un Paese in cui la disoccupazione è arrivata al 22% e dove il 27% della popolazione è già sull'orlo della povertà. Misure che finiranno per deprimere ancor di più la fragile economia interna, il rischio di un ulteriore aggravamento della già strisciante recessione sarà moltiplicato. La tragedia è tutta qui, possibile che i greci, e mi riferisco al popolo, abbiano dimenticato le loro proteste, le manifestazioni, gli scontri con la polizia, i lacrimogeni, gli incendi e i suicidi quasi di massa di quei poveri cristi che erano caduti in rovina? Possibile che abbiano messo in scena tutto questo per non essere sudditi di un “continente economico” qual è l’Eurozona e poi abbiano manifestato nel segreto della cabina elettorale una preferenza che li riporterà dritti, di nuovo, per strada a protestare contro i tagli e le tasse che gli verranno imposte? C’è qualcosa che non mi torna, Eschilo e Sofocle avrebbero di sicuro fatto notare meglio di me come ogni tragedia possa degenerare nella farsa.(nella foto: queste lascrime non saranno le ultime)
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