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Vincitore dell'Osella per la sceneggiatura a Venezia, oltra al Leone d'Argento come migliore regista (il controverso Alex de la Iglesias), "Balada triste de trompeta" è stato molto apprezzato per la sua potenza visiva. In molti ne hanno sottolineato la sequenza di apertura, oppure la folgorante adesione temporale ad un periodo molto buio della storia spagnola, la guerra civile. C'è un dissidio tra due pagliacci, quello "triste" e quello "allegro". Il film è una ballata di morte dei due caratteri per conquistare, sotto Franco, il cuore di una medesima donna. Molti hanno criticato la scelta del doppio premio, criticando la sceneggiatura piuttosto vaga del film. Il film, tra l'altro, vede la partecipazione di Carmen Maura, che non è al primo lavoro con de la Iglesias.
Ennesima commedia sul conflitto tra ebrei e musulmani. Un uomo, musulamano devoto, tag del trailer, si trova a diventare, o meglio, a scoprire di essere ebreo dalla nascita. Da lì in poi gag macchiettistiche e poco altro. Dirige Josh Appignanesi, sceneggia David Baddiel. Il film, a differenza di molti altri più meritevoli a prima vista, ha una distribuzione italiana prevista per il 17 Dicembre.
"Una vita tranquilla" sarà presentato al Festival di Roma. Dirige Claudio Cupellini, su soggetto di Filippo Gravino. Il film è il ritratto di un uomo che cambia vita e si ritrova ad essere un comune imprenditore, con una comune famiglia, oltre le Alpi. Peccato che la vita venga a bussare troppo presto, e ritorni un vecchio conoscente, figlio lontano miglia e miglia. E con il figlio, la camorra ritorna prepotentemente nella vita del "redento". Giacchè, a Caserta, Rosario Russo era un camorrista, prima della fuga. La sinossi mostra che l'originalità del tema è piuttosto limitata. Si capisce, inoltre, che Servillo rubi la scena a chiunque, anche se sono molto dubbioso sulla sua interpetazione. I suoi personaggi, ormai, sono tutti uguali. E l'ultimo rimanda prepotentemente alle "Conseguenze dell'amore" di Sorrentino, il suo mentore. Trovo il trailer disturbante e ovvio. D'altronde, abusare della tematica "camorra", prima relegata con tutte le mafie a rappresentazioni scolastiche televisive, è una consuetudine dopo "Gomorra". Peccato che di Garrone ne abbiamo uno solo.
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