Train Dreams, di Denis Johnson

Da Silviapare

"Al tramonto la sua avanzata si interruppe. Era fermo sull’orlo di un dirupo. Aveva trovato una strada alternativa attraverso una specie di anfiteatro che racchiudeva uno specchio d’acqua chiamato Spruce Lake, e ora lo stava guardando, decine di metri sotto di lui, la superficie piatta immobile e nera come ossidiana, circondata dall’ombra dei dirupi circostanti, accerchiata dalla doppia cerchia dei sempreverdi e del loro riflesso. Più in là vide le Montagne Rocciose canadesi dalle cime innevate, ancora illuminate dal sole, a centocinquanta chilometri di distanza, come se la terra fosse nel bel mezzo della creazione e le montagne si stessero materializzando dalle nuvole. Non aveva mai visto un panorama così maestoso. Le foreste che gli riempivano la vita erano così popolose e alte che di solito gli impedivano di vedere quanto fosse lontano il mondo, ma in quel momento gli fu chiaro che c’erano montagne a sufficienza perché ciascuno avesse la propria."
Esce in questi giorni Train Dreams, la novella del grande Denis Johnson che ho tradotto per Mondadori

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