I Contenuti
Un pugno di ragazzi a Edimburgo e dintorni: il sesso, lo sballo, la rabbia, il vuoto delle giornate. Sono i dannati di un modernissimo inferno "chimico", con la loro vita sfilacciata e senza scampo. Alla ricerca di un riscatto, di un senso da dare alla propria esistenza - che non sia il vicolo cieco fatto di casa, famiglia e impiego ordinario - trovano nella droga e nella violenza l'unica risposta possibile. Sboccato, indiavolato, travolgente: l'esordio diun talento letterario, il romanzo shock che ha fatto epoca e dato voce a una nuova generazione.
La Recensione
Trainspotting è uno di quei rari casi (rari, ma affatto unici) in cui la trasposizione cinematografica piace di più o almeno riscuote maggior successo del romanzo originale. La cosa curiosa è che la distanza del prodotto cinematografico rispetto all'originale, che spesso comporta un giudizio alquanto negativo, in certi casi, come questo, ribalta la situazione: insomma, di Trainspotting mi è piaciuto mille volte di più il film, perché probabilmente è un'altra cosa rispetto al libro. Del romanzo originale rimane lo spunto, il gruppetto centrale di personaggi, ma la progressione narrativa e soprattutto lo stile sono diferrenti.
E' passato molto tempo da quando ho visto il film, eppure ci sono certe scene che mi sono rimaste attaccate addosso. Così non succede con questo romanzo, che passa dal provocare mero disgusto al suscitare una noia letale. Sboccato, senza peli sulla lingua, crudo, gratuitamente disgustoso, a tratti - è questo lo stile del romanzo, che risulta però fin troppo fine a se stesso. Sullo stesso tema, e anche con un linguaggio simile, è stato scritto di meglio, molto di meglio.
Al di là di questo, molti elementi non sembrano comunque funzionare. La trama è sfilacciata, annacquata per oltre trecento pagine, una successione di scene che non restano e si dimenticano subito, messe lì a dare volume alle pagine. I personaggi chiamati in causa sono troppi: già Kerouac si divertiva a giostrare mille personaggi sulla scena, perdendosi in una girandola di nomi, nomignoli, soprannomi e relazioni varie, ma Welsh non riesce a gestirli tutti, il punto di vista della narrazione cambia troppo freneticamente.
Si salva solo, insomma, per una sempre scotante denuncia sociale, per l'altrettanto scostante lavoro di approfondimento psicologico (capace di raggiungere dei picchi notevoli), e per una innegabile proprietà di linguaggio con una - anche questa - scostante e saltuaria vena di sperimentalismo.
Comunque non basta. Siamo negli anni Novanta, l'idea è sempre la stessa: dopo i beaties, dopo gli anni Ottanta, dopo Christiane F. Trainspotting può dire qualcosa di nuovo? A mio avviso, purtroppo, no.
Giudizio: +3stelle+
Articolo di Tancredi
Dettagli del libro
- Titolo: Trainspotting
- Titolo originale: Trainspotting
- Autore: Irvine Welsh
- Traduttore: G. Zeuli
- Editore: Guanda
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: Le Fenici Tascabili
- ISBN-13: 9788882467647
- Pagine: 368
- Formato - Prezzo: Brossura - 12,50 Euro