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Giovani, snob, ultraricchissimi, odiosissimi, si stanno recando a una festa. Quando, di colpo, decidono di fare una sosta nei pressi di un promontorio, per godere dello splendido panorama.
Mentre chiacchierano di cose inutili vengono raggiunti da un mostro di fango, che comincia a minacciarli con un tridente.
Il mostro, però, non vuole ucciderli: vuole essere accompagnato alla festa.
Ha inizio così una fuga e un viaggio rocambolesco, che condurrà Giulio e Lavinia sin nei recessi più profondi (e oscuri) del loro animo…
Giudico spesso un’opera (sia essa un libro, un fumetto, un film o un telefilm) per il suo finale.
Alcune storie le ricordo esclusivamente proprio per i finali: storie piuttosto mediocri e bruttine, che però risollevano tutto (e risollevano la loro mediocre condizione) per quell’unico plot twist, per quell’unico colpo di scena (mi viene in mente, per esempio, “The Illusionist”, con Edward Norton).
Vale anche al contrario, naturalmente.
Ovvero buone storie che decidono di mandare tutto in vacca a causa di un finale completamente idiota (ultimamente è stato il finale da volemosebbene di Oblivion a farmi cascare le gonadi, il che è un peccato, dato che il film, seppur prevedibile dopo 10 minuti, nel complesso mi è abbastanza piaciuto).
Trama – Il peso di una testa mozzata dell'italianissimo Rattigher è sicuramente una storia che ricorderò esclusivamente per il suo finale.
O meglio, per il suo “non finale”.
E per la sua spettacolare e particolarissima struttura narrativa.
Il mostro di fango tiene in ostaggio i due ragazzi
La trama, come suggerito, è delle più classiche, se non delle più banali: due ragazzi vengono perseguitati dal mostro di turno, fuggono nella foresta, scoprono qualcosa sulla natura del mostro, e poi la situazione precipita fino ad arrivare al climax finale.
Climax finale che, per l’appunto, non ci viene mostrato, ma solo fatto intuire attraverso una sorta di “profezia”, un flashforward e una vignetta (più o meno esplicativa).
Rattigher decide infatti di optare per una narrazione che raggiunge il suo scopo (ed eleva "Trama – Il peso di una testa mozzata" al rango di piccolo capolavoro) esclusivamente per quel particolarissimo finale realizzato in quel particolarissimo modo.
La storia, di tanto in tanto, è inframmezzata da flashforward che rivelano, con precisione certosina, quello che accadrà ai due protagonisti qualche pagina dopo.
Flashforward che sono la chiave per comprendere la struttura temporale della storia.
Quando si arriva alla didascalia “FINE” si rimane totalmente straniati, quasi come se l’autore si fosse preso gioco di noi.
La vostra espressione arrivati al finale del fumetto
Sono sicuro che chiunque abbia letto questa graphic novel sia rimasto un paio di secondi piuttosto perplesso (se non addirittura molto disorientato).
Immagino gli smadonammenti e i bestemmioni che arrivavano ad evocare ogni singolo santo uomo dei calendari cristiani, musulmani e buddhisti.
Ma poi vi vedo, mentre socchiudete le palpebre, fate girare gli ingranaggi del vostro cervellino, mettetre a posto i tasselli del puzzle, fatre 2+2, vi andate a rileggere un momento un dialogo ben preciso, vi focalizzate su una vignetta particolare e arrivate a comprendere perfettamente come sono andate le cose.
E alla fine sussurrate: “Katso, che bel volume!”
Di sicuro è uno di quelli che meritano attenzione.
Attenzione “mediatica”, e attenzione nella lettura, poiché un approccio passivo, “a perdita di tempo”, vi potrebbe lasciare addirittura spaesati.
La vostra espressione dopo che avrete capito il finale del fumetto
Di sicuro, se siete arrivati qui cercando “Spiegazione Trama Rattigher” siete delle brutte persone.
A differenza di Marco, che ringrazio enormemente per la segnalazione, e che ha apprezzato il fumetto di Rattigher soprattutto per la trama disturbante.
Così come lui ha consigliato Trama – Il peso di una testa mozzata a me (e non solo a me), io la consiglio a voi.
Anche perché, se non volete spendere i 18 euri dell’edizione cartonata iperlusso, potete trovare il fumetto in maniera del tutto gratuita e legale CLICCANDO QUA.
Magari leggetelo “a scrocco”, dopodichè, se vi è piaciuto…procedete senza indugio all’acquisto!
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