Il treno della linea Roma-Lido è arrivato al capolinea da pochi minuti, ma è già pieno di viaggiatori. La signora, sulla cinquantina avanzata, capelli corti, mossi, scuri con accenni di meces tendenti al biondo, sale nel primo vagone. Si guarda intorno, costata sconsolata che non c’è nessun posto disponibile. Si appoggia quindi con la schiena ad un sostegno metallico, si sistema, trova la sua posizione. Appese ad un braccio ha una borsetta nera e una busta di Zara, con l’altro braccio tiene invece la borsa principale, color beige. Le mani, sulle quali si notano unghie rosse lucenti, tengono aperto il romanzo di Danielle Steel, Tramonto a Saint Tropez. La copertina che si piega verso destra lascia intravedere le pagine stampate. Il libro deve essere nuovo di zecca un po’ perché fa fatica a piegarsi, come se la copertina fosse incollata al resto delle pagine, un po’ perché la lettura della signora inizia dal capitolo primo. In ogni caso procede abbastanza veloce poiché, con un ultimo sguardo, riesco a cogliere il piccolo numero di pagina in basso a destra. È arrivata a pagina 17 nell’arco di cinque fermate.
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