Transformers 4- l'era dell'estinzione
Creato il 22 luglio 2014 da Veripaccheri
Transformers 4
di Michael Bay
con Mark Wahlberg, Stanley Tucci. Li Bingbing
Usa, 2104
genere, fantascienza, azione, blockbuster
durata, 164'
Provare a sintetizzare con approfondita completezza le molte
implicazioni legate ad un'uscita di "Transformers 4 - L'era
dell'estinzione" non e' uno scherzo, perché ancora prima che un film il
nuovo lavoro di Michael Bay e' più di altri è il risultato di un
presupposto economico e commerciale, pensato e poi realizzato in termini
di efficacia globale. Per capirlo basterebbe soffermarsi sui titoli di
testa dove, a spiccare in termini d'importanza, non sono gli attori di
turno - che in fondo hanno nel solo Mark Wahlberg un corpo che possa
competere con la prestanza dei giganteschi mutaforma - ma piuttosto il
marchio di una multinazionale del giocattolo come la Hasbro, già nel cinema con il dittico di G.I.Joe, e subito il nome di un produttore esecutivo come Steven Spielberg, colui che il cinema blockbuster l'ha addirittura inventato (Lo Squalo, 1975). Un matrimonio all'insegna del marketing
e della fantasia che Michael Bay si impegna a tenere insieme con una
serie d'effetti speciali che ad ogni uscita, e in attesa di nuovi
spartiaque tecnologici, migliorano in termini di qualità e
verosimiglianza.
In questa maniera si comprende l'apertura verso opportunità che
spalancano nuove trasversalità, consentite dall'ingaggio di Li Bingbing,
star del cinema cinese, e dalla delocalizzazione del paesaggio che,
nelle battute finali, abbandona i confini nazionali e si espande nel
lontano oriente, con la megalopoli honkonghese a far da palcoscenico per
la resa dei conti tra buoni e cattivi. Così come la necessità, arrivati
al quarto appuntamento, di rinnovare il brend, con una trama
che sul piano concettuale azzera quello che avevamo visto nelle puntate
precedenti. Accade infatti che, per un oscuro (quanto banale) motivo, i
Transformers da salvatori della patria diventino una minaccia per la
sicurezza nazionale e quindi oggetto di una messa al bando
(l'estinzione) che coincide con la loro eliminazione. Ad aiutarli questa
volta - ecco un altro cambiamento- non e' più lo spregiudicato teen ager interpretato
da Shia Lebouf, ma piuttosto un inventore fallito, impersonato appunto
da Wahlberg, padre single soffocato dai debiti e messo alle strette
dalle richieste di indipendenza della figlia adolescente.
In questo modo pur mantenendo inalterata la continuità interna, "Trasformers 4" si presenta come una sorta di reboot che investe persino la componentistica dei robot, con il restyling
della parte automobilistica degli alieni che li trasforma in veicoli
scintillanti e colorati alla maniera di "Fast and Furious", serie
peraltro citata nel corso della vicenda. Una svolta che trova riscontro
anche nel sottotesto del film quando, mettendo al centro del film un
personaggio come Cade Yeager si fanno largo in maniera manifesta i
valori di un America conservatrice e patriottica, già presente in tutto
il cinema di Bay, e qui rafforzata dalla scelta di affidare la
rappresentatività della razza umana ad una tipologia di americano, Cade
Yeager, assimilabile a quella del classico redneck - seppur illuminato - intriso fino al midollo dello slogan "Dio, patria e famiglia". E poi nei riferimenti a un certo cinema che, nei passaggi ambientati nella Monument Valley
( come aveva fatto in questa stagione un'altro film automobilistico,
"Need for Speed") della coppia Ford/Wayne, così come
nell'identificazione tra la nobiltà del passato con quella del vecchio
cinema caduto in disuso, la dice lunga sugli orientamenti del messaggio
offerto dal nuovo Transformer, che, è bene dirlo, compie appieno il suo
dovere, calamitando l'attenzione su uno spettacolo che non fa sentire il
peso del suo pur lungo minutaggio.
(
pubblicata su dreamingcinema.it)
Potrebbero interessarti anche :