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Transilvania Love di Karinee Price

Creato il 13 agosto 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

 Karinee Price;

Karinee Price è nata a Trieste.Vive con i tre figli, il marito e i loro piccoli amici: due gattiex trovatelli, un’esuberante beagle e una coniglietta.

Sito: http://karineeprice.splinder.com/

 

Transilvania Love di Karinee Price

Titolo: Transilvania Love
Autore: Karinee Price
Edito da: Edizioni R.E.I.
Prezzo: 9.90 euro
Genere: Young Adult, Fantasy
Pagine:  112 pag.
VotoTransilvania Love di Karinee Price

Transilvania Love di Karinee Price  Transilvania Love di Karinee Price

Trama: Bea è una ragazza dal triste passato. Fin quando non incontra Giulio; con lui e l’immancabile cagnolina Kim, parte per una gara automobilista. Destinazione Transilvania. Qualcosa sta cambiando in Bea, quei luoghi le sembrano parlare. E in una notte di luna piena, la scoperta di un passato sconosciuto proromperà inquietante. Un istante può bastare a perdere tutto o a ritrovare se stessi. E in quelle foreste c’è qualcuno che l’aspetta da tempo. Una storia d’amore ricca di colpi di scena, impregnata di passione vermiglia.

Recensione:

Recensione di TheLunaticGirl

Devo ammettere che appena ho avuto tra le mani “Transilvania Love” ero piuttosto eccitata perché avevo letto recensioni molto positive su questo libro. Infatti Teresa De Gaetano, giornalista e scrittrice di “La sabbia delle Streghe”, “Conchiglia… ed altri racconti” e “La Bambola Di Vetro” ha scritto: “Un romanzo ricco di colpi di scena, sorprende per quel suo voler essere un romanzo normale, quando invece si rivela a tutti gli effetti un libro dove il soprannaturale si coniuga con l’elemento del Tempo”.  Samanta Catastini, traduttrice e autrice di libri, quali “La Giusta Felicità” e “Speranza d’Amore”, ha dichiarato che “…mentre si legge, il nostro cuore ha continui sussulti, si ha l’idea di aver scoperto un presagio, un tassello in più in una rete di misteri”. Ho cominciato la lettura con ottimi propositi, sicura di leggere “un piccolo capolavoro”, ma già la lunghezza del volume avrebbe dovuto insospettirmi. “Transilvania Love” non può essere considerato di certo un buon libro, tutt’al più può essere una buona bozza di libro: una serie di eventi che devono ancora essere sviluppati, personaggi che necessitano ancora di essere caratterizzati.

Scrivere una recensione negativa non fa mai piacere: né a chi la riceve né a chi la fa, perché non è certo bello parlare male del lavoro e dell’impegno altrui. Cerchiamo, quindi, di capire meglio il motivo della mia “presa di posizione”.

Perché “Transilvania Love” più che un libro è una bozza?

Attenzione Spoilers!

- La Trama

La descrizione del libro recita così:

“Una storia d’amore ricca di colpi di scena …”

e come dargli torto? “Transilvania Love” può benissimo sfidare “Beautiful” e “Cento Vetrine” per il numero di intrecci e, scusate se mi ripeto, di colpi di scena presenti. Per esempio, veniamo a sapere che Beatrice altri non è che Beatrix ( Uao, il nome è lo stesso: che colpo del destino!!), il cui corpo è trasmigrato in un neonato poco prima di morire. Quindi i veri genitori di Beatrice, morti in un incendio, non sono i suoi veri genitori: sua madre, Amelia, è una specie di “vampira” (l’autrice interverrà più avanti a spiegare perché la definizione di “vampira” è sbagliata) che voleva suicidarsi, ma adesso che l’ha incontrata, per puro caso, tutto il suo dolore è svanito. L’anima di Beatrix, che si trova dentro il corpo di Beatrice, ama follemente Dimitrie e di colpo si ricorda quasi tutto di lui e della loro vita insieme. Beatrix, però, non è neanche figlia dei due contadini che l’hanno allevata, ma è figlia di  Mircea, uomo che vuole uccidere lei e il suo innamorato, perché non sa che Beatrix/Beatrice è sua figlia, e di Katinka, donna che Dimitrie ha ucciso e di cui lui stesso era infatuato.

I colpi di scena non sono finiti, ma mi limito a scrivervi questi per non allungare ulteriormente la lista. “Ci sono trame ancora più fitte di questa”, direte voi. Avete ragione. Mi vengono in mente diversi libri, soprattutto thriller, molto più complessi, alcuni anche al limite del consentito. Ma questi libri sono lunghi 112 pagine? Il libro procede piuttosto lento con una narrazione alternata per circa 50 pagine poi, nella settantina rimanente, succede tutto quello che vi ho descritto e altro ancora.

I colpi di scena, in questo modo, si “annullano” da soli. Il lettore non ha il tempo di riprendersi da una dichiarazione scottante che subito ce n’è un’altra. Il problema non è il “filo” della storia, il problema è che NON c’è una storia: è tutto lì, “spiattellato” in due secondi. Le situazioni non vengono sviluppate, sembra di essere di fronte ad una serie di frasi ed eventi scritti a caso. Giusto per creare una trama complicata, per poter dire di aver dato vita a qualcosa di complesso, per stupire per il gusto di stupire.

La prima cosa che mi ha fatto venire in mente questo libro è stata “Beautiful”, non tanto la soap opera, che non ho mai seguito, quanto un video che girava su facebook e sky qualche tempo fa. Ve lo mostro così forse capirete meglio qual è il mio punto di vista.

23 anni di Beautiful riassunti in 6 minuti:

 

Cosa vi è rimasto da questo video? Cosa avete capito? Che emozioni vi ha dato (ammesso che “Beautiful” possa procurare emozioni…)?

Nulla. Niente. Nessuna. Non si possono riassumere 23 anni di soap-opera in 6 minuti. Non ha senso, così come non si possono riempire settanta pagine di un libro di mille colpi di scena. Lo dice la stessa definizione di “colpo di scena”. In narrativa, intendiamo con questo termine “una svolta improvvisa nello sviluppo della trama, usata per stupire il lettore o per mantenerne vivo l’interesse. Un colpo di scena può consistere, per esempio, in un repentino ribaltamento di una situazione, o di una rivelazione che porta il lettore a reinterpretare sotto una luce nuova e completamente diversa gli eventi occorsi in precedenza.” ( cit. Wikipedia). Se la situazione non ha neanche il tempo di assestarsi, di svilupparsi, si può parlare di “colpo di scena”? Dov’è la svolta improvvisa?

- I Personaggi e le situazioni

I personaggi sono insulsi e mono-dimensionali. Potrebbero essere interessanti, ma non hanno il tempo di evolversi perché devono adattarsi rapidamente ai continui colpi di scena. Le situazioni che devono affrontare sono tragicomiche, sfiorano l’assurdo.

All’inizio il personaggio di Beatrix/Beatrice mi aveva colpita. Era diversa dai suoi coetanei ed aveva avuto una rigida educazione. Parte per la Transilvania e, impietosita da una povera bambina, Cati, decide di portarla con sè. Quando incontra Amelia, la madre biologica, in una pagina e mezzo passa dall’essere completamente scettica e quasi arrabbiata delle insinuazioni della donna, ad essere complice di omicidio. Infatti era giunto sul luogo Radu, l’interprete grazie al quale Bea era riuscita a parlare con Cati, che minaccia di stuprarle. La minaccia è inconsistente, l’uomo dice una frasetta o poco più e, invece di essere immobilizzato o messo k.o., viene ucciso a sangue freddo dopo un istante. Che senso ha avuto questa scena durata mezza pagina? Boh! Infatti dopo aver visto Amelia dissanguare un uomo, Beatrice non ha alcuna reazione. Avverte solo un leggero stupore perché le risulta difficile credere che sua madre abbia l’aspetto di una ventenne, ma la faccenda dell’omicidio viene risolta sbrigativamente in neanche due pagine. “Come avete fatto?” “Legittima difesa”. Questione chiusa. Beh, comprensibile. In fondo, perché avrebbe dovuto stupirsi più di tanto? Ha solo visto la sua presunta madre ventenne assassinare un uomo a sangue freddo mordendolo e dissanguandolo.

In quel momento arriva Ramon, un personaggio che si finge padre di Cati per poterla proteggere, che nota prima la bellezza di Amelia e poi il cadavere per terra. Normalissimo. All’improvviso arriva Dimitrie, il marito dell’anima di Beatrix e quest’ultima in tre-quattro pagine si ricorda quasi tutto di lui e, da ragazza che non vuole neanche baciare qualcuno, decide già di farci l’amore, tanto: “Dim, siamo sposati da… almeno trecento anni! Non voglio più aspettare!”

Se Beatrix e Dimitrie possono anche risultare credibili, nella top-three dei personaggi più assurdi ci sono Amelia, Mircea e Ramon.

Amelia si vuole suicidare: si odia con tutta se stessa per il suo passato da assassina. Incontra la figlia e tutto passa in un secondo. Non si ferma a riflettere che, sì, il corpo della ragazza è quello che lei ha partorito, ma che in realtà “sua figlia” non ha mai avuto un’ anima poiché, nel momento stesso in cui è venuta al mondo, ha avuto dentro di sé l’anima di un’altra persona che aveva avuto altri genitori, un’altra storia ed un preciso carattere. Tutto questo non la turba minimamente. Solo alla fine scopriamo che la sua anima è ancora un po’ tormentata, ma non più di tanto.

Mircea ha covato vendetta per anni. Ha sempre saputo di aver avuto una figlia, ma non se ne è mai curato. Ha architettato un piano malefico per uccidere Beatrice, arrivando ad assoldare Giulio ed a promettergli la vita eterna pur di portare a termine la sua missione. Scopre poi che Beatrice è sua figlia e in un secondo le angoscie e l’odio, che l’hanno animato per così tanto tempo, sono spariti via più velocemente della polvere dopo una passata di Swiffer. Si redime in neanche mezza pagina e, di punto in bianco, decide di suicidarsi.

Il meglio del meglio è il personaggio di Ramon. L’uomo viene svegliato nel bel mezzo della notte da una bambina prodigio che in un giorno ha imparato perfettamente l’italiano. Addentratosi nella foresta scopre il cadavere di Radu, Beatrice innamorata di uno sconosciuto e prova un colpo di fulmine per Amelia, una donna sporca di sangue che pretende di essere la vera madre di Bea, che in realtà non è altro che la reincarnazione di una “vampira” deceduta. Quale sarà secondo voi la sua reazione? “Cosa sta succedendo Bea? Non riesco a spiegarmi alcuni degli ultimi sviluppi. Tu li conosci?”  Quindi quest’uomo non capisce “alcuni” sviluppi (perché tutto il resto è ben comprensibile!) e ciò che più gli preme è sapere se lei conosce queste persone o no. Perché, giustamente, se conosce un’omicida assetata di sangue e un matto che dice di amarla da sempre, va bene; se invece non li conosce allora la situazione risulterebbe strana. Ovvio. Dopo UNA pagina decide che non ha niente di meglio da fare nella vita che andare a vivere a casa di sconosciuti psicopatici e si aggrega alla “felice famigliola”. Chi non l’avrebbe fatto d’altronde?!

Di fronte alla scoperta che sono tutti “vampiri” (scusate di nuovo l’uso improprio di questo termine) la sua unica reazione è qualcosa tipo “ah forse lo sono anche io perché a cinque anni già montavo macchine”. Beh!

 

La vera domanda, dopo tutto questo, è: perché ho dato due stelline, invece che una, se la mia opinione sul libro è così pessima?

Semplice: perché il libro poteva essere bello. La “sostanza” di base c’era, era un’ottima bozza. Probabilmente, se il libro fosse stato “da buttare”, non avrei sprecato tutto questo tempo a demolirlo: se era irrimediabile che senso avrebbe avuto analizzarlo così dettagliatamente? Karinee Price ha uno stile scorrevole, è brava nelle descrizioni, ha una vivace fantasia ed ha creato dei personaggi particolari. Inoltre, la sua scelta di considerare il vampirismo come una semplice tara genetica è indubbiamente innovativa e lodevole. La Price è anche colta e le citazioni ad ogni inizio capitolo sono apprezzabilissime, senza contare che, come si legge nei ringraziamenti, prima di scrivere il libro si è documentata: ha svolto numerose ricerche ed è stata nei luoghi di cui ha parlato.

“Transilvania Love” poteva essere un libro fantasy da cinque stelline, invece ne prende due, stentate. Molto stentate.

 


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