Durante gli scavi a Bathonea, in Turchia, nei pressi del bacino lacustre di Kuçukçekmece, è stato portato alla luce il cranio di un uomo che presenta i chiari segni di un taglio che potrebbe indicare che la chirurgia cerebrale veniva comunemente praticata mille anni fa.
L'esperto di scienza forense Omer Turan, che sta collaborando allo scavo, ha affermato che l'Università di Kocaeli sta conducendo gli scavi nella zona dal 2010. In questo periodo ha scoperto quasi 70 tombe in due necropoli. Sia i bambini che gli adulti sepolti in queste necropoli sono vissuti in un arco temporale che va dal VI all'XI secolo d.C.. L'altezza media degli uomini era, all'epoca, di 165 centimetri e per le donne era compresa tra i 150 e i 155 centimetri. Gli scheletri mostrano molti danni alla spina dorsale.
Malgrado la giovane età dei defunti, le ossa mostrano gravi segni di artrite, reumatismi e fratture che solitamente si riscontrano negli anziani. Questi danni possono essere la causa anche del duro lavoro al quale queste persone erano sottoposte in vita e alle carenze nutritive. I ricercatori hanno anche rintracciato segni di malattie infettive sulle ossa.
Il cranio che presenta segni di trapanazione, appartiene ad un uomo di circa 30 anni di età. Il taglio è molto regolare e somiglia a quelli effettuati dai moderni neurochirurghi. Il dolore per l'uomo deve essere stato indicibile, sicuramente era stato anestetizzato con qualche rimedio che si sta cercando di capire cosa fosse. Le ossa del defunto mostrano anche tracce di ripresa dal trauma, segno che l'uomo è sopravvissuto all'operazione.
La sepoltura dell'uomo conteneva anche uno scheletro di una donna di età compresa tra i 22 ed i 25 anni e dell'altezza di 155 centimetri. La donna aveva un foro nell'incisivo che, nel tempo. sembra aver determinato gravi danni. Accanto allo scheletro femminile è stato trovato anche uno strumento utilizzato comunemente nella tessitura, che ha fatto pensare che la donna abbia lavorato nel campo della tessitura e della sartoria.
Sono tornati alla luce anche 440 ungentari di terracotta di piccole dimensioni, contenenti, sul fondo, del catrame fossilizzato, del metanone, fenantrene e fenantrene acido carbossilico, sostanze che impediscono, una volta mescolate, il deterioramento di altre sostanze, forse droghe narcotizzanti, forse sostanze antidolorifiche. I ricercatori pensano che una delle sostanze contenute in questi unguentari potesse essere stata utilizzata come narcotico o antidolorifico. Tra i componenti si pensa ci sia stato l' incenso. La donna potrebbe essere stata anestetizzata proprio con una sostanza del genere. Il gran numero di unguentari ritrovati ha suggerito agli archeologi che in questa località si trovasse un grande centro di produzione e di stoccaggio di queste sostanze anestetizzanti.