Batterioterapia - iStockphoto.com
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Tecnicamente si chiama batterioterapia fecale, più semplicemente possiamo parlare di trapianto fecale o di batteri fecali. È una tecnica medica che permette di ripristinare la flora batterica intestinale e contrastare alcune delle più comuni infezioni enteriche.
Il trapianto di batteri fecali non è una novità in sé dal momento che si pratica da oltre 10 anni; il dato rilevante riguarda l’efficacia duratura del trattamento e il ricorso a questa pratica anche in Italia, presso l’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma.
Cosa cura la batterioterapia fecale?
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Minnesota ha fatto ricorso al trapianto dei batteri fecali per studiare come questi siano capaci di combattere il Clostridium difficile, un batterio normalmente presente nell’intestino e che, in particolari condizioni, può generare disturbi come diarrea e dolori addominali. Il batterio C. difficile è particolarmente resistente agli antibiotici, così gli studiosi hanno pensato che usare altri batteri potesse essere una strada giusta per affrontare il problema.
I risultati dello studio, divulgati attraverso un articolo pubblicato su PLoS Pathogens, sono incoraggianti, e lo dimostra la pratica anche in Italia: il professor Antonio Gasbarrini, Responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico Gemelli, con la batterioterapia fecale ha guarito definitivamente il 90% dei pazienti affetti da infezione intestinale da Clostridium difficile contro il 26% dei soggetti trattati con antibiotico.
L’obiettivo dei ricercatori è verificare se questo trapianto possa curare anche altre infezioni intestinali come la colite ulcerosa e contrastare batteri pericolosi per la salute della flora intestinale, come l’Enterococcus faecium e la Klebsiella pneumonia.
Come si esegue il trapianto dei batteri fecali?
I medici raccolgono i batteri fecali da un donatore sano, purificano il materiale e lo mescolano con una soluzione salina. I batteri fecali sono così pronti per essere trapiantati nel paziente attraverso la colonscopia o il sondino naso-gastrico. Impiantati, i batteri fecali colonizzano la flora intestinale del paziente ricevente fino a far scomparire i batteri responsabili delle infiammazioni intestinali.
La batterioterapia fecale può dunque curare le infezioni dell’intestino senza ricorrere all’uso di antibiotici.
Fonti e approfondimenti: La Stampa