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Trasferta in Italia.

Creato il 12 ottobre 2015 da Michele Orefice @morefice73

Sono nel bel paese per due giorni. Due giorni in cui ho potuto assaporare il cibo e l’aria calda con i profumi di casa. 
Arrivo all’areoporto e mi reco all’agenzia per ritirare l’auto noleggio. Mi presento con il mio nome e il tipo al banco sorridendo mi chiede la patente e la carta di credito. Carta di credito? Io odio la carta di credito! E poi ho pagato con Paypal, ho messo anche la casco aggiuntiva. Il tipo molto gentilmente mi spiega che si può pagare con tanti metodi su internet ma poi per ritirare la macchina ci vuole la carta di credito che serve a copertura. A coperture? Mi dice anche che nessuna compagnia consegna una macchina senza. Ma come? I che mi ero programmato un paio di giretti esplorativi della zona, che voleva vedere quella scuola…. Provo a chiedere ad altre agenzie li intorno e la risposta è sempre negativa. Va beh, l’albergo è a venti minuti di distanza, prenderò un taxi! Vado dal primo della fila, gli dico il nome dell’albergo e mi dice che saranno 80€. Ma come, dentro di me dico, da Koblenz ad Hahn che dura 45 minuti si pagano. 100€ e qui 80€ per venti minuti? Va beh, non ho alternative. 
In auto chiedo se la crisi è finita in Italia, il guidatore , molto affabile e simpatico, dice che quest’anno va un po meglio ma secondo lui ci sono un sacco di aziende ancora in crisi. E l’Expo? Lui dice che ha portato un po di turisti a Milano ma è un efento per familgliole e curiosi che ci vanno in treno e lui quindi non ha visto nessun cambiamento.
L’albergo è molto grande, quasi di lusso: scale in pietra a vista, un grande parco com piscina, la sauna. Pizzeria aperta fino a mezzanotte. Non pago io: sono ospite. Tutto è molto sfarzoso ma mi sembra di essere il solo ospite o quasi. 
Il giorno dopo infatti a colazione, che passo accanto a un paio di giapponesi, quella che sembra la proprietaria, gridando chiede per quanti ospiti deve preparare la colazione, lei risponde quindici. Va beh, sarà che è lunedì. 
Faccio le mie riunioni, i miei meeting e poi a pranzo, quando l’atmosfera è un po più distesa, chiedo , come se fosse un tormentone : ma l’Italia è fuori dalla crisi? Stessa risposta del taxista: non ce la stiamo cavando ma ci sono un sacco di aziende ancora in crisi, che non pagano, che chiudono. E l’Expo? Ma nella nostra zona, tra Bergamo e Brescia, non ce ne siamo accorti ma è stato un successo oltre le previsioni. Bene son contento. 
Torno quindi in aeroporto. Le luci calano e la fame aumenta, decido di avvicinarmi a quello che sembra un banco delle pizze al taglio, non ho voglia di spendere troppo. Cappeggia o tanti pezzi di pizza : 20€ al chilo. E quanta pizza mi devo mangiare per fare un chilo? Sul retro del bancone cappeggia qualche offerta: pizza binita e patate fritte 9€! Ma come? Dal Kebabbaro in Germania una pizza costa 4€ e con la mozzarella vera! Va beh , mi decido , prendo un pezzo con pesto e pomodorini… A vedere sembra una soletta da scarpe ma è quello che c’e. La signora la pesa, 3,64€ ma è molto piu piccola della pizza del Kebabbaro tedesco!!! Metto le monete sul banco, lei prende il mio pezzo e lo mette a scaldare, speriamo si trasformi da soletta a pizza mangiabile. Poi si gira, prende le mie monete, le ripone e ne prende alte dal registratore di cassa per darmi il resto e tutto…. Senza guanti. In quei momenti lunghissimi mi viene in mente la puntata di quark dove spiegavano come sui soldi ci sono gli stessi batteri che albergano i water , sto trattenendo i conati di vomito che la signora ha degli spasmi. Starnutisce sulle pizze del bancone, vedo qualche lapillo atterrare su qualcuna. Poi cercando di posare le monete del resto sul bancone, ne fa cadere una su una pizza. Con la stessa mano su cui aveva starnutito la prende e la ripone a fianco alle altre. Va beh, quello che nn ammazza ingrassa.
Dopo qualche minuto il timer squilla , mi viene dato il pezzo di pizza e constato che il miracolo non è avvenuto : è rimasta proprio una soletta e fantastico cosa si poteva prendere con quei 3€ e 64 centesimi! 
Mentre rumino la soletta mi guardo in giro: ma l’Italia è così cara ovunque oppure sono io che sono cambiato che per trattenere le follie spenditorie dei nostri figli ho acquisito una sensibilità diversa?
Per sciogliere la soletta ho bisogno di un caffè: quello almeno è rimasto. A 1 e 10!


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