2 SETTEMBRE – Dopo il confortante esordio contro la Roma, nell’ambiente gialloblù nessuno, probabilmente, avrebbe pensato a questa imprevista battuta d’arresto. Il difficile, si sa, viene sempre dopo perché l’importante, oltre a partire con il piede giusto è confermarsi e sotto questo aspetto, pertanto, Toni & c. hanno clamorosamente fallito l’appuntamento. Per l’insidiosa trasferta in terra ligure Mandorlini ha scelto di non cambiare di una virgola rispetto alla partita contro i giallorossi, confermando “in toto” l’undici della domenica precedente convinto, in cuor suo, di avere tutte le carte in regola per ben figurare. L’esito dell’incontro, invece, è stato l’opposto di quanto ci si aspettava. Sul rinnovato manto erboso di Marassi, i gialloblù hanno rimediato una magra figura scaturita, almeno negli episodi chiave dell’incontro, da due grossolani errori difensivi . Tuttavia, bisogna riconoscere anche i meriti avversari perché il Genoa ha ampiamente meritato i tre punti in quanto, come ha anche ammesso Mandorlini nel dopo gara, ha dimostrato di avere una voglia di vincere superiore al Verona. Il punto è proprio questo perché, al di là di moduli e numeri, quello che ha fatto difetto ai gialloblù è stato proprio l’atteggiamento. Gli scaligeri, infatti, hanno iniziato la partita timorosi e contratti, dimostrandosi incapaci di contrastare le fonti di gioco avversarie , limitandosi a creare la solita densità al limite dell’area di rigore, con l’inevitabile conseguenza di un baricentro troppo basso per poter ripartire con velocità ed efficacia. Decisamente un vero peccato perché l’approccio visto con la Roma sembrava di buon auspicio. Più che un cambiamento “strutturale”, invece, è sembrato quasi essere – felici di essere smentiti – un banalissimo fuoco di paglia. Se, poi, si tiene conto che sotto l’aspetto atletico i padroni di casa hanno dato l’impressione di avere ben altro passo, il risultato negativo trova ben presto una spiegazione. Se si guarda il tabellino della gara, si scopre che la squadra di Mandorlini ha tirato una sola volta in porta con Souprayen – paratona di Lamanna – mentre nell’altra occasione, quando il passivo era già comunque di due reti, è stata la traversa a respingere un’incornata di Pazzini. Troppo poco per solo poter pensare di portare a casa un risultato positivo. Il centravanti toscano, peraltro, rappresenta già il primo dilemma di questa nuova stagione, dove alcune malelingue rivedono nel suo acquisto i fantasmi della fallimentare gestione Saviola del campionato scorso. Due giornate sono oggettivamente insufficienti per capire se nella testa del tecnico ci sarà spazio per un suo impiego a tempo pieno, ma , un suo utilizzo diverso dal semplice part-time è quantomeno auspicabile. Un punto in due partite, quindi, non rappresenta un buon inizio ma è, comunque, presto per alimentare inutili e gratuite contestazioni. La sosta ma, soprattutto, la tanto agognata fine del mercato, consentiranno, invece, alla squadra di lavorare con maggior tranquillità ,con l’obiettivo di dimostrare sin da subito che il vero Verona non è quello visto a Marassi..
Enrico Brigi
twitter: @enrico_brigi
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