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Trasformare il dolore in graditudine

Da Brunaverdone

TRASFORMARE IL DOLORE IN GRADITUDINE

I defunti sono intorno a noi e partecipano alla nostra vita.
Anche i nostri pensieri, desideri, intuizioni sono da loro influenzati.
Dobbiamo esserne coscienti.
Essi, infatti, si muovono e vivono intorno a noi!
Come durante il nostro sonno non percepiamo
gli oggetti fisici che ci stanno accanto,
così durante la nostra vita da svegli
non percepiamo i morti intorno a noi.
Ci separa da loro soltanto lo stato della nostra coscienza.
Il dialogare con i morti è un'attività molto concreta
e nessun espediente può sostituire gli sforzi umani
di trasformare il dolore in gratitudine.
Gratitudine per tutto ciò che si è ricevuto e si è condiviso nella vita.
Bisogna sapere che una parte costitutiva di noi è eterna
e che in quanto essere spirituale io posso mettermi
in relazione con altri esseri spirituali.
Noi abbiamo bisogno dei nostri cari defunti
come loro hanno bisogno di noi,
perché la conoscenza del mondo spirituale
è possibile solo sulla terra.
Con i nostri morti c'è una relazione karmica:
non solo con i consanguinei, ma con tutte le persone
che la vita ci ha fatto incontrare.
Nel periodo tra la morte e una nuova nascita,
il defunto che vive nei mondi spirituali può scambiare informazioni
solo con le anime nel suo mondo e quelle di quelle persone
(ancora viventi sulla terra) con le quali abbia già avuto
una relazione terrena nell'ultima vita o in quelle precedenti.
Tutte le altre anime gli passano accanto
senza che egli le possa scorgere.
Questo ci insegna che i rapporti si possono solo stabilire
mentre si è ancora in vita,
e poi continuano nel periodo tra la morte fisica e la nuova nascita.
Rudolf Steiner


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