5 febbraio 2014 Lascia un commento
Korine arreso alle passerelle e al glamour? Giammai. Di solito il regista indipendente, se ha talento, fortuna e qualche spintarella, finisce per dirigere almeno un mid-budget e poi via via, piu’ veloce della luce.
Korine no, Korine ha dentro di se’ una bassa risoluzione pronta a sgranare qualunque tecnologia digitale perche’ il rumore ricordiamolo bene, e’ dentro di noi, non nei mezzi che ci circondano.
Insisto sull’aspetto noise del nostro perche’ egli intenzionalmente ha voluto con "Trash Humpers" tornare al VHS e alla bassa qualita’ di immagine capace pero’ di evocare suggestioni, memorie e dove non attinge dai ricordi, inventa con lo stile. Gia’ dai titoli il ritorno al lo-fi e lo-bit e’ palese, omaggio ed esaltazione del vecchio, quando il vecchio era molto piu’ divertente del nuovo e se i protagonisti sono una banda di vecchiacci delinquenti, satiri, sporchi, brutti e cattivi, in questa fiera del "era meglio quando si stava peggio", ci sta alla perfezione.
Iconoclasta piu’ che mai, Korine pare domandarsi perche’ solo i giovani devono avere il privilegio di essere delinquenti e molto, molto, molto stupidi? In realta’ non so quanto sia giusto definire iconoclasta un regista dagli intenti distruttori ma non finalizzati a colpire chissa’ chi o chissa’ cosa, o piuttosto la ricerca di una edonistica valvola di sfogo verso un’insana passione per il casino, insana e nel contempo gioiosa e sprezzante.
Come e piu’ di prima, Korine assembla segmenti video slegati tra loro come poteva essere un filmino amatoriale ai tempi dell’analogico, che ritrae la banda di vecchiacci e il loro hobby di vandalizzare tutto quanto gli capita attorno e di avere fugaci ma continui amplessi con bidoni della spazzatura, lampioni, staccionate e altro arredo urbano.
La festa continua talvolta a casa loro, una specie di letamaio frequentato da altri figuri, anche loro con la passione per l’orrido. Non si fanno mancare neppure qualche omicidio ma sempre col sorriso, per cosi’ dire, sulle labbra.
Filmino divertente, breve ma ugualmente stancante sul finale dove all’ennesimo bidone ingroppato, la corda e’ un po’ troppo tirata. Interessante piu’ concettualmente che nel concreto dove una piccola sottotrama non avrebbe guastato e reso piu’ interessante l’operazione.
Stay hungry, stay foolish, dalla teoria alla pratica.
Korine no, Korine ha dentro di se’ una bassa risoluzione pronta a sgranare qualunque tecnologia digitale perche’ il rumore ricordiamolo bene, e’ dentro di noi, non nei mezzi che ci circondano.
Insisto sull’aspetto noise del nostro perche’ egli intenzionalmente ha voluto con "Trash Humpers" tornare al VHS e alla bassa qualita’ di immagine capace pero’ di evocare suggestioni, memorie e dove non attinge dai ricordi, inventa con lo stile. Gia’ dai titoli il ritorno al lo-fi e lo-bit e’ palese, omaggio ed esaltazione del vecchio, quando il vecchio era molto piu’ divertente del nuovo e se i protagonisti sono una banda di vecchiacci delinquenti, satiri, sporchi, brutti e cattivi, in questa fiera del "era meglio quando si stava peggio", ci sta alla perfezione.
Iconoclasta piu’ che mai, Korine pare domandarsi perche’ solo i giovani devono avere il privilegio di essere delinquenti e molto, molto, molto stupidi? In realta’ non so quanto sia giusto definire iconoclasta un regista dagli intenti distruttori ma non finalizzati a colpire chissa’ chi o chissa’ cosa, o piuttosto la ricerca di una edonistica valvola di sfogo verso un’insana passione per il casino, insana e nel contempo gioiosa e sprezzante.
Come e piu’ di prima, Korine assembla segmenti video slegati tra loro come poteva essere un filmino amatoriale ai tempi dell’analogico, che ritrae la banda di vecchiacci e il loro hobby di vandalizzare tutto quanto gli capita attorno e di avere fugaci ma continui amplessi con bidoni della spazzatura, lampioni, staccionate e altro arredo urbano.
La festa continua talvolta a casa loro, una specie di letamaio frequentato da altri figuri, anche loro con la passione per l’orrido. Non si fanno mancare neppure qualche omicidio ma sempre col sorriso, per cosi’ dire, sulle labbra.
Filmino divertente, breve ma ugualmente stancante sul finale dove all’ennesimo bidone ingroppato, la corda e’ un po’ troppo tirata. Interessante piu’ concettualmente che nel concreto dove una piccola sottotrama non avrebbe guastato e reso piu’ interessante l’operazione.
Stay hungry, stay foolish, dalla teoria alla pratica.