Trattativa Stato-mafia, diktat sull'art. 18 e governo illegale, qualcosa però può cambiare

Creato il 26 settembre 2014 da Sguardonero

Napolitano chiamato come testimone nel processo Stato-mafia, Renzi, la cui legittimità di premier è stata messa in discussione, dichiara di non voler trattare sull'art.18: forse è arrivato il momento di dare un senso alla parola “democrazia”?


Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana un presidente è invitato a sedersi al banco dei testimoni mentre il presidente del Consiglio impone un diktat sulla riforma del lavoro in un governo eletto senza il consenso popolare insediatosi con un vero e proprio colpo di Stato realizzato in sordina sotto gli occhi di tutti. C'è n'è abbastanza per farci capire che che la democrazia in Italia è solo una parola senza senso, ma frammentando tutte le singole questioni in tanti pezzetti e pezzettini è più facile distrarre l'attenzione dei cittadini, i fatti non vengono evidenziati secondo un piano organico di causa ed effetto, vengono volutamente enfatizzati soffermandosi sui minimi dettagli e successivamente trascurati, come se tutto quello starnazzare ne avesse esaurito la sostanza.Inutile dire che in questo lavoro di disinformazione i media la fanno da padrone: dibattiti, approfondimenti, liti televisive, insinuazioni, accuse che finiscono con l'ubriacare gli ascoltatori... e poi si dice dell'allontanamento dalla politica: la polis è tagliata fuori da questo linguaggio inespressivo ed esasperatamente tecnico. Il fatto è che il cittadino, il popolo, non è sovrano, è suddito di una delle più subdole dittature che si potessero immaginare.Napolitano, nel giorno in cui il Tribunale di Palermo fa sapere che dovrà testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia, si rivolge alla politica per chiedere l'impegno per portare avanti il progetto di riforma giudiziario ma non già per ridare un assetto convincente del sistema o perché i processi durano anni, i detenuti vivono in condizioni disumane, il sovraffollamento delle carceri ci ha fatto sanzionare anche dall'Unione Europea, no, perché così si rilancia l'economia. Sicuramente un virtuosismo intellettuale difficile da comprendere ai più, considerando che nelle motivazioni dei giudici palermitani si afferma che l'intervento di Napolitanoè “NON irrilevante” quindi di qualcosa sarà pure a conoscenza, ma per saperlo bisognerà attendere i fatti, ma nel frattempo una cosa è sicura: qualcosa sa e quel qualcosa è stata tenuta nascosta fino ad ora. Nel frattempo Renzi fa sapere da New York che sul piano della riforma del lavoro non ci saranno trattative con i sindacati, decide d'autorità il governo, spiegando che non c'è tempo da perdere: si favorisce così la facilità di licenziamento, sostenendo di offrire maggiori opportunità di lavoro, mentre il Parlamento non è capace (o non vuole) introdurre il reato di autoriciclaggio nel codice penale permettendo così vita più facile a evasori e truffatori. Che le dichiarazioni e le posizioni di Renzi e Napolitano tendano a favorire ulteriormente banche e imprenditori non sembra una tesi peregrina, ma c'è di più: e ai più sfugge, Renzi, come i quattro governi che lo hanno preceduto, governa senza alcuna legittimità, come evidenziato in altre occasioni su queste stesse pagine, tanto da essere stato oggetto, insieme a molti altri, di una denuncia penale promossa da un gruppo tecnico popolare che fa capo al nome Libra. I reati sono quelli di “attentato contro i diritti politici dei cittadini” e “usurpazione di potere politico” reati punibili con pene che vanno dai 5 ai 15 anni di reclusione. La denuncia di Libra è stata presentata a febbraio di quest'anno presso la Procura di Roma, ma dopo solo 10 giorni di indagini il PM ha deciso l'improvvisa archiviazione del caso, decisione contestata dallo stesso Gruppo Libra che ha ottenuto dal GIP, per la data del prossimo 16 ottobre e presso la stessa Procura, un'udienza per discutere la riapertura delle indagini. Se il popolo è sovrano e non asservito, è dovere di tutti chiedere che la giustizia faccia il proprio corso, ma non per favorire la rinascita economica dei soliti pochi come vorrebbero Renzi, Napolitano e soci, ma solo nell'interesse delle libertà civili di ciascuno: riaprire quel processo significherebbe ridare un senso concreto alla parola “democrazia”

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